Notte, di Andrea Quadrani

Vago per la città che tanto mi ha dato e tanto mi ha tolto... il Tevere sotto il mio sguardo passa silenzioso e le strade piene di anime, generano pensieri pendenti e lucidi... ’corrono dolcissime le mie malinconie' come i liquidi che da qualche ora vagano nel mio corpo in cerca di liberazione e il corpo è grande... non so ancora quanti liquidi dovrò usare. La città aiuta il viandante perché è ospitale e gelida al tempo stesso... la notte si occuperà di me o io la deflorerò... non so cosa avverrà, ma i pensieri mi stanno possedendo come si possiede un oggetto, non una persona, non un’anima... mi sciolgo sul marciapiede e guardo le stelle con la schiena appiattita sul selciato; respiro lentamente e mi assopisco... mi sveglio per i rumori della grande città e la sensazione di avere qualcuno al mio fianco... alzo lentamente lo sguardo: fogli sparsi ovunque con scritte che paiono babilonesi (riuscirò a tradurle?), il magnum vuoto di Champagne (se si devono fare le stranezze - la gente-comune le chiama pazzie, pazzi loro - si facciano per bene); mi accorgo di essere semi-svestito, ma sempre in sintonia agli ambienti con anime che si muovono anche tentoni. Poi giunge infine lo sguardo, benevolo stranamente, sopra un bel vestito blu. "Tutto bene signore?", proferisce il vestito blu; "Mai stato meglio" risponde la mia seconda personalità (quella golosa, quindi sempre sveglia). Ho la percezione di aver trovato un'anima sensibile all'arte, però lui cerca di dissimularlo; temo per via del suo ruolo, perché argomenta ironico: "Scrive sempre così, lei?". La pausa prima del ’lei' e il calcare sulla 'l', mi agitano un po', ma l'espressione è un po’ complice quindi mi alzo sgranchendomi ossa e anima e guardandolo negli occhi, anch'essi blu, faccio sì con la testa e "grazie" con la bocca. Pausa. Mi allontano con la fatica del sonno e percepisco il suo sguardo su di me... un brivido; e poi un sorriso, quando ascolto le parole rivolte all'altra anima a fianco della macchina: "Un altro scrittore... è la notte questa...". Sorridono anch’essi. Non tutto è perduto.

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