Al panificio, di Andrea Quadrani

Sulla scia della elezioni, racconto la mia esperienza di oggi martedì ventisei febbraio. Entro dal panificio per l'acquisto rituale del pane quotidiano e subito dopo di me entra una signora un po’ agitata. Solo il pane dovevo prendere e la signora invece qualche cosetta. Il panificio è piccolo, difficile creare code; impossibile creare ingorghi. Mi giro quindi a sinistra con i soldi già in mano e solo dopo aver guardato la sig...nora se era il caso di farla passare; ma era di spalle lei, a meditare sulle fette biscottate. La cassiera-panettiera è sul punto di farmi lo scontrino e sento, dietro di me, queste precise parole: " Lei non fa passare le Signore oggi?". Cerco di elaborare la frase, soprattutto quel 'oggi' così calcato; la signora mi ha preso male oggi, appunto. Quindi mi giro e senza convenevoli le faccio: "Ha votato Berlusconi lei?". Mi guarda basita; passa qualche secondo; non mollo per niente e fissandola mi appoggio in attesa della sua risposta che arriva: "Questo cosa significa?" con un bel tono cattivo come condimento. “Quindi la risposta è sì! Guardi ne ero sicuro appena l’ho vista entrare e dato che purtroppo io ho del tempo libero e vedo che lei è di fretta, d’accordo, la faccio passare, a patto che lei mi spieghi perché l’ha votato, sono molto curioso”. Lei esita, ma mi accorgo da un lampo negli occhi, che le piacciono le sfide e mi dice con tanto di tono canterino: “Per due ragioni speciali: uno, che mi ridà i soldi dell’IMU e l’altra è perché ama le donne!”. Mi faccio da parte (quel che è promesso è promesso), trattenendo però a stento un sorriso ironico. Lei paga, esce e sulla porta mi guarda e dice: “Non potete competere con i signori!” e se ne va. Pago e anch’io vado.

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