Bianca e nera, di Andrea Quadrani



… circondata da uomini virtuosi che cercavano la mia anima, come si cerca un vaso da cui bere il succo dei pensieri perfetti. Sospesa sopra il mondo che mi ero costruita, così, senza troppe ragioni ma molte, troppe illusioni. Pensavo di continuo a come io e la mia anima, potevamo convivere ancora. Lei nera di un nero feroce e selvaggio, frutto di scelte scellerate e mai condivise; di pensieri torbidi e terribili, ragionati in innumerevoli notti senza luna; ululati contro gli esseri viventi che più male le avevano fatto e che lei non poteva perdonare. Io, bianca di furore; serva fedele dei miei pensieri più belli e puri, che continuavano ad essere il mio faro nelle giornate, che passavano di continuo davanti a me, e andavano sempre più lontano. Verso la perfezione che cercavo e, temevo, si sarebbe incontrata con lei, la mia anima nera. Perché continuare a tormentarmi? Perché non capire che la mia vita, era comunque segnata e non potevo fare più nulla? Ribellarmi. A chi? Per cosa? Solo per la mia vanagloria e il mio piacere. Non potevo uscire dal tracciato di perfezione che mi avevano preparato. Non potevo fallire alla vita che altri avevano preparato per me. Ma ora basta. Tutto si rompe, i bicchieri, i cuori, io… io, anche se mi è sempre sembrato impossibile. Anche se molte volte ho versato lacrime colpevoli. Anche se ho sempre tenuto duro. Ingoiato. Stata in silenzio. Per il bene di… altri, ormai lo so; non mio. Anche io alla fine mi sono rotta. E lo stare zitta e il subire, di continuo, ha mischiato in maniera irreparabile, me e la mia anima. Adesso, contro ogni logica, siamo unite, ma separate. Bianca e nera. Non più grigio mischiata. Non più la vita dubbiosa e incerta. Ma la vita mia! Dura e incazzata, ma mia. Zitta, mi spiace per voi, non lo sarò più.

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