I Signori, di Andrea Quadrani

 
Si apre il cuore. Si apre la mente. I signori si attivano a ricevere. Ma non riescono. In realtà non vogliono. Troppo difficile e troppo spiazzante. I signori vogliono la tranquillità. Vogliono essere superiori senza poter esserlo. Vogliono la vita incasinata, anche se ce l’hanno semplice; perché la vita ‘vissuta’ dovrebbe essere meglio della vita non vissuta. Hanno un lavoro i signori, che li soddisfa; non sono come quei poveri sfigati che hanno lavori non voluti e non piaciuti, o addirittura non lavori. Eppure a loro piacerebbe essere nel caos, e lo cercano a tutti i costi; sono sfigati per necessità. In questo caos totale, è ‘in’ essere nei problemi, avere negatività, problemi familiari, vicissitudini finanziarie, figli di corsa, amanti impazziti, governanti gioviali, cameriere volanti. Al mercato e nelle case. Nei negozi e nel bar sotto casa. Gli altri, quelli che vivono al limite, sono così, spiazzati. Non c’è storia. I signori avanzano nella società in sfascio, dando colpi ovunque, aiutando la caduta di tutto. Ma sono signori, e quindi intoccabili. Io? Che cosa c’entro io? Con tutti i problemi che ho: bla bla bla bla e via di elenco. Problemi normali. La vita che scorre. Solite cose. Ma fa male sapere e pensare che i problemi miei di adesso, li ha avuti già qualcun altro signore, uguali e diversi; e li ha risolti; eccome se c’è riuscitoa. Chi più chi meno è sulla lama di un antico rasoio, non quelli nuovi con mille lame e mille dubbi, no, quelli antichi. Rasoi e lame. Per risolvere e rivivere. I signori all’attacco sempre. Per non essere sottomessi e vivere delle proprie paure e debolezze. E cibarsene. E cibarsi di quelle degli altri. E avanti sempre sulla pelle degli altri; perché così fanno questi signori. Iene metropolitane. Addomesticano gli altri e a forza di parole e ringhi riescono a sedurli e fargli credere di essere, loro, in salita. I signori mietono corpi e sogni, per poter essere loro corpi e poter loro sognare. Essere e sognare, veramente, non è da tutti; bisogna essere ‘liberi’; i signori hanno paura della libertà. Il loro mondo crollerebbe. Fai domande e non rispondono. Chiedi consigli, addirittura, e non si abbassano a darteli. Mangi e bevi ai loro tavoli e loro gettano le loro parole ai tuoi piedi e, vai, cibati, Sanguinano i signori? Sono umani? Chissà. Sono sicuri di vincere, ed a loro modo hanno già vinto, ma la vita ha sempre in serbo sorprese. Forse lo avvertono anche loro. A volte.

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