Le avventure dell'uccellino-mangiatore-di-briciole, di Andrea Quadrani

Quid est veritas. Che cosa è la verità.

Seduto qui al tavolino delle scritture, penso a queste antiche parole, vecchie come il mondo, ma sempre attuali. Dì la verità. Parla della verità. Vivi la verità. Lasciando agli studiosi veri la spiegazione della scena tra Pilato e Gesù, penso alla verità per me e per l’uccellino-mangiatore-di-briciole che arriverà tra poco (ho capito ormai che a lui piace mangiare al sole al caldo, come dargli torto…).
La verità per me non esiste. Esistono tante verità quanti esseri umani e non, vivono su questa terra. La verità mia potrebbe non essere quella di un altro, riguardo pure alla stessa questione. Ognuno ha la sua verità; ognuno ha i suoi lati oscuri, quelli che non rivela a volte neanche a se stesso. Quella è la verità somma. Nessun’altra. Quando penso ai miei lati oscuri e alla verità, mi viene un pensiero: perché rivelarli? Neppure a me medesimo? Perché martoriarmi nel pensiero di cosa farne. Ognuno di loro sarà rivelato quando uscirà per qualunque motivo meriti di essere vissuto. Allora sì che pensiero e verità si uniranno. Intanto possono stare là dentro buoni, con la promessa però, di non fare del male a nessuno; di non ‘attivarsi’; di stare quieti. La verità è anche la mia opinione. Ma non è la verità. È il mio pensiero. Quando Pilato fece la domanda, non attese la risposta e uscì dalla stanza. Per Pilato non esisteva risposta. Per Gesù sì. Ognuno aveva la sua verità. Quindi è solo questione di scelta. Scelta mediata dalla mia sensibilità e dal mio intuito che potrà…
…proprio in questo momento creativo, arriva il prode uccellino-mangiatore-di-briciole e, da come si è ingrassato, ultimamente anche di qualcos’altro. Lo dimostra atterrando lungo e scivolando con le zampette sulle mattonelle della terrazza. Si ferma in tempo per non sbattere contro il vaso del trifoglio. Mi guarda un attimo, si gira e va verso il motivo del suo venire quassù. Io resto immobile durante tutta questa attività. Aspetto che dica qualcosa. Ma sta in silenzio e anche io con lui. Anzi, a un certo punto lo lascio alle sue briciole e torno alla mia verità.
M’interrompe quasi subito:
- Di cosa stai scrivendo?
- Qualcosa sulla verità.
- Ah, ho capito.
E becchetta. Non cado nel tranello e cerco di concentrarmi. Temo però che il momento d’ispirazione sia volato via. Quindi faccio finta di scrivere. Passa qualche breve istante.
- La verità di chi?
Cinguetta improvvisamente.
- La verità di tutti, di me, anche di te forse…
- Ah, la verità di tutti…
Quando fa così, m’inquieto e molto anche. Sto per alzarmi, faccio il movimento, poi mi risiedo e aspetto. Aspetto lui. Le briciole sono terminate. Finisce per bene la sua attività. Alza il capino. Mi guarda. Si gira e vola via. Ci rimango veramente male. Mi alzo e bevo un po’ d’acqua fresca e mi risiedo. Appena sulla sedia, vedo tornato l’uccellino e con lui due suoi amici. Mi guardano muovendo il capino con mosse rapide e poi uno dopo l’altro trillano:
- Io ho una verità. La mia.
- Io ho una verità. La mia.
- Io ho una verità. La mia.

E fattomi questo servizio, si voltano e volano via.

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