Il rimedio, di Andrea Quadrani
Non ricordavo i sogni. Non mi era mai
capitato per un periodo così lungo. Già da qualche mese, infatti, mi facevo
delle grandi dormite; di notte, di giorno, spesso. In autobus, in treno, a
volte anche sì, al lavoro. E sognavo sognavo beato. La sensazione di sognare
l’avevo tutta. Ma, quando mi svegliavo, niente. Nessun ricordo. Neanche il più
piccolo. Un tempo era tutto un ricordo di luci e colori e suoni. Ora il nulla.
Sognare e non ricordare a cosa serve?
Certo, i sogni servono per sfogare le
tensioni accumulate nella giornata, afferma qualche esperto. In ogni caso
dovrei essere contento. Ma, mi mancava la celebrazione del ricordo. Il ricordo
del ricordo. E ne soffrivo. M’intristivo e la giornata partiva subito in modo
sbagliato. Come potevo fare? A chi chiedere consiglio? Non sapevo. Per
cominciare, iniziai a sentire amici e amiche e a chiedere loro consiglio. Poi
feci un po’ di consultazione via internet; là però di stimoli ce ne erano fin
troppi. Non riuscivo a cogliere quello giusto; dei giorni parevano tutti
consigli giusti, altri giorni, tutti sbagliati. Gli amici non mi aiutarono granché.
Il consiglio era sempre lo stesso: va su internet, là troverai la strada.
Ogni precisa volta che sento queste
parole, mi vengono sempre in mente due pensieri, qua in testa: primo, se non
volete darmi un’idea, un’opinione, un pensiero che venga dalla vostra mente e dalla
vostra sensibilità, non tirate fuori l’alibi d’internet e di tutte le risposte
che son là; una scusa diversa e buona uguale, se vi ci mettete d’impegno forse,
la trovate! Secondo, come ha fatto l’umanità ad arrivare viva e lucida tutta,
alla soglia d’internet prima che esso esistesse? Mistero. Questo sì che sarebbe
un enigma da approfondire; certo, ed è quello che farò sicuramente dopo aver
risolto il problema dei sogni.
Quando oramai pensavo che il dilemma non
trovasse soluzione, mi venne in aiuto un’amica di vecchia data. Mi disse che,
non si ricordava dove, aveva trovato un rimedio alla questione. Aveva letto che
esisteva il modo per acchiappare i sogni e custodirli in attesa del risveglio.
Le dissi se poteva recuperare queste istruzioni. Mi rispose che avrebbe
tentato.
Dopo più di una settimana mi arrivò per
posta una busta. Più che arrivò, qualcuno la mise nella buca delle lettere. Non
c’erano, infatti, mittente né francobollo, solo due parole scritte in
stampatello: PER TE. La aprii. C’erano scritte le precise istruzioni per
recuperare i sogni, che mi aveva procurato l’amica. Tutto felice corsi a
comprare l’occorrente. Ci fu una certa difficoltà a recuperare tutti gli
oggetti. Ma ci riuscii. Tornai a casa e mi misi all’opera. Non ero tagliato per
i lavori manuali e ci fu qualche difficoltà nella costruzione e
nell’assemblaggio. Dopo aver battuto, segato e inchiodato, mi allontanai due
passi dal risultato. Che belle! Erano anche venute belle; due oggetti
splendenti di utilità. Non vedevo l’ora di provarle.
Passai la giornata pensando alla notte e
al sonno che si avvicinavano. Avevo anche timore che con tutta quest’agitazione,
non riuscissi a dormire. Invece non fu così. Mi addormentai placidamente, con
una mano appoggiata a una di esse, com’era scritto nelle istruzioni.
La mattina seguente mi svegliai gioioso.
Subito mi girai verso la lei che stringevo. Il cuore batteva veloce e…sì, sì,
aveva funzionato, sì! La presi in mano e dentro la piccola rete della mia, ora preziosa
retina-acchiappasogni, c’era, rannicchiato e beato, un piccolo sogno che mi
guardava; lo presi tra le mani tremanti e lo riposi subito nella culla dei
sogni e subito dopo, infilai su un lato di quest'ultima, la retina-acchiappasogni, come un’asta
con la rete come bandiera.
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