La scorsa notte, di Andrea Quadrani

La scorsa notte, ci siamo visti per la cena delle cene. Ero particolarmente fremente.
Il cibo era fantastico. Tu eri magnifica e anch’io. Ci siamo seduti alla tavola preparata. Ho iniziato a portare i piatti colmi di cibo. E abbiamo iniziato a saziarci. Era fantastico il modo in cui mangiavi. Come tagliavi il cibo. Come lo mettevi in bocca e subito dopo mi guardavi con gli occhi languidi e proferivi mugolii di piacere. Piacere fisico, sì. Piacere che il cibo ti trasmetteva. Che ritornava ai tuoi occhi che mi guardavano. Così ogni boccone. Una danza intensa di cibo e sguardi e bocche. Le tue mani danzavano sulla tavola e dalla tua bocca, con incastonati dei denti bianchissimi, uscivano risate e parole e profumi, del cibo appena preso. Mentre parlavo, i tuoi occhi si illuminavano e di rimbalzo anche i miei. Vederti appassionata e gaudente, mi appagava e m’intrigava. Tutte le pietanze godute dal primo all’ultimo boccone. Tutte le pietanze e tutte le bevande. Poi la voglia di parlare, di scambiarsi, di viversi, che quella notte era palpabile, è sfociata sul divano. Lettere, letture, parole, sguardi, intimità. Sesso senza sesso. Scambio di abbracci caldi e intensi. Mani toccate. Anime baciate. Seni avviluppati da umidità di labbra. Pelle profumata annusata e baciata. E in un magico momento, il bacio. Caldo, morbido, fragrante, umido. Le nostre lingue hanno fatto un lungo mambo di piacere. E il sesso di entrambi si è bagnato pronto al momento. E ce lo siamo detti e ci è piaciuto saperlo. Il rispetto e l’attesa hanno fermato l’atto. Non il piacere. Non il godimento. Fisico e mentale. Quello c’è stato, forte e vibrante. Il tempo si è fermato; succede quando si tocca l’eternità. Ci siamo seduti vicini con gli occhi a una spanna. Occhi che hanno iniziato a penetrarsi, a vedersi, a sentirsi, a capirsi. Occhi forti d’incertezze. Mani unite irrequiete. Piedi e gambe lisce vicine a sfiorarsi. Attimi magici ed emozionanti. Difficilmente dimenticabili. La pelle di entrambi fremeva e l’elettricità dell’aria, presagiva qualcosa. Un rombo lontano ci ha scosso appena. Lo sguardo fino a quel punto talmente intenso da provocare il piacere forte e fremente, ci ha dato un attimo di pausa. Tenendoci per mano siamo usciti come se ‘qualcosa’ ci muovesse. Abbiamo preso un grande asciugamano, dei maglioncini leggeri e un paio di piccoli impermeabili. Siamo usciti in strada. Non pioveva ancora. C’erano lampi e tuoni ovunque. Nessuno in giro, solo silenzio spezzato dalla scia di qualche macchina che correva via di fretta. Ci siamo diretti al parco; il parco con un grande prato al centro. Mano nella mano; forti e morbide e protettive entrambe. Quando siamo sbucati nello spazio aperto, è stato l’inizio della meraviglia: il cielo era tutto un bagliore, e rombi fragorosi, e pioggia a tratti, ma non forte. Abbiamo preso l’asciugamano e l’abbiamo steso a terra e noi insieme con lui. Occhi aperti. Mozzafiato. Un’esperienza incredibile. Un’energia assurda. L’essenza era data dai tuoni, oh i tuoni, talmente forti che vibrava il terreno sotto di noi. E il profumo dell’erba bagnata. Dell’aria limpida. All’inizio sentivamo entrambi l’eccitazione. La percepivamo nello stringerci, poi pian piano ci siamo acquietati e ci sembrava di essere su, nel cielo a volare. Insieme a questo,  uno sconquassamento interno, dentro a noi. Una forza motrice incredibile. E insieme, strano ma non troppo, un rilassamento fisico inebriante. E la mente, la mente anch’essa rilassata. Siamo stati là un tempo indefinito. Passato proprio come un lampo. Uniti con la Natura. Tutt’uno.
Dopo qualche istante ci siamo alzati e ci siamo incamminati verso casa. A metà percorso pioggia e vento hanno aumentato d’intensità, e battendo e ululando nel mezzo della strada, ci accompagnavano. La pioggia era calda. Bagnava i nostri corpi e ci trasmetteva una forte energia. Ci piaceva, tanto che non ci siamo nemmeno riparati. Siamo arrivati sotto casa completamente uniti alla Madre Acqua. Siamo saliti in casa e ci siamo asciugati.
L’ora era tarda. La giornata successiva era già molto vicina. Ci siamo abbracciati forte. E ci siamo salutati. Con un bacio piccolo col sapore del miele.
Tu sei uscita e io dentro.
Ci siamo amati forte quella sera. Tra noi, e con il Cielo. La notte era felice. Noi eravamo felici. Amanti e amati. Con intensità. Con forza. 

Commenti

  1. Bello. Mi ha ricordato qualcosa di simile. Quasi un'altra vita. Quasi un'altra persona. Mi hai lasciato un senso terribile di magone che, se hai un ufficio tutto di vetro, può essere imbarazzante.

    Grazie,
    roto

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