Le avventure dell'uccellino-mangiatore-di-briciole, di Andrea Quadrani


Sono all’ospedale. Aspetto che arrivi l’orario di una visita, seduto sulle panchine comode e dalla forma strana, situate di fronte al pronto soccorso, di là della strada. Un sole primaverile scalda la maggior parte delle sedute. A fianco a me c’è un vecchietto che esposto ai raggi solari pare trasformarsi lentamente da vegetale ad animale. Anche la schiena pian piano gli si raddrizza. Io invece sono curvo in avanti. Non riesco ad appoggiarmi bene allo schienale. Mi sposto in continuazione col sedere e le gambe le muovo a destra e sinistra. Finalmente trovo una buona posizione e proprio in quel momento plana fin davanti a me l’uccellino-mangiatore-di-briciole.

Lo riconosco subito, sia dalla macchia nera sull’aletta, sia dalla professionalità con la quale ha planato fino a me. Mi guarda e pare che ridacchi. Sa che mi sto chiedendo cosa faccia lui là. Ma c’è gente intorno a me, come faccio a parlarci? Mi sposto allora con misurata lentezza verso il bordo destro della panchina, e lui anche. Il vecchietto ora dista da me circa un metro. Può bastare.
- Cosa ci fai qua, non sei un po’ fuori zona?
Coglie l’ironia e rilancia prontissimo:
- Ma io ormai ti seguo, mi stai simpatico e ho le ali sai, posso volare, io.
Già può volare, lui. Prende in giro e anche coglie nel ‘segno’. Anche a me piacerebbe volare. E lui l’ha capito fin dal nostro primo incontro.
- Fai pure finta di mangiucchiare, ma non c’è niente a terra.
- Niente lo vedi tu. Invece io qua da piccolo vedo molte cose.
Stavo per replicare, quando con la coda dell’occhio noto che il vecchietto è girato verso di me. Mi giro anch’io, magari ha bisogno di qualcosa. Invece mi sta osservando con attenzione. Io allora con la massima delicatezza possibile, per non apparire sgarbato, gli chiedo:
- Perché mi guarda così? Non posso parlare col mio uccellino…?
Appena uscite dalla bocca queste parole, capii che potevano essere fraintese, ma era troppo tardi. Il vecchietto mi squadrò e sentenziò:
- Col suo uccellino ci può fare quello che vuole, beato lei che è giovane. Il mio non si alza più. Lo toccano solo le infermiere per attaccarci i soliti loro oggetti strani. Io ormai posso solo parlarci. E le assicuro che i discorsi sono migliori di quelli che faccio con mia moglie.


Con grande imbarazzo mi voltai, dove si era spostato il pennuto e gli dissi:
- Visto che figure mi fai fare? Accidenti a te!
E lui di rimando come se non avesse inteso il dialogo col vegliardo:
- Ma a parte me, non hai mai parlato col Tuo vero uccellino?


Era troppo; decisi di ignorarlo definitivamente. Mi alzai, salutai gentilmente il vecchietto e mi diressi verso il sottopasso. Sbucato dall’altra parte, davanti ad ortopedia, sorrisi pensando, già e se dalla prossima volta che lo vedo, iniziassi a parlare anche col mio, di uccellino?



Commenti

Post più popolari