Pensiero, di Andrea Quadrani
Sono stanco, stanco di vagare in questo
vuoto. In apnea continua dentro questa marea di pensieri. Le parole corrono
veloci. Le sinapsi del corpo gongolano di tanto lavoro. Il sangue in arrivo
dalla pompa cardiaca, giunge cantando. Paiono tutti felici, dei loro lavori e
dei loro vuoti. Senza sosta, in continuo. Mi balena per un attimo l’idea di
essere diverso da loro. Un po’ asociale insomma. È un pensiero che subito
scappa. Se ne va inseguito dal rimorso di averci solo pensato. E’ tutto così
perfetto, così organizzato. Nessuno si lamenta, pare. È la cosa che mi fa più
paura. Il tentare la perfezione senza l’aiuto di nessuno. Non la perfezione
perfetta; ma la perfezione nel caos; quasi un’anarchia. Sarebbe sicuramente
bello e forse anche stimolante. Ma il corpo, nel suo insieme, cosa potrebbe
pensare di queste idee? Eversione, eversione; attenti a chi dissente. Il corpo,
non vuole; il corpo non approva; non è lecito. Ma al corpo avete mai chiesto
l’opinione? A ogni singola parte, ognuna importante a sé, che insieme muovono
il tutto. Mi piacerebbe tanto ascoltare tutte le opinioni o la maggior parte di
esse; non poche o sempre le solite. Io che sono solo, la mia idea, il mio
pensiero ce l’ho. Gli altri? Per alleviare la mia solitudine, il mio cammino
solingo, il mio essere singolo, anche se nel tutto, mi piacerebbe un contatto
con qualcun altro. Uno scambio d’idee; un parlarsi fino anche a scontrarsi, per
dimostrare a tutti che siamo vivi; anche se in un corpo unico.
La stanchezza aumenta, aumenta sempre
più. Giro in tondo anche ai miei pensieri e loro si fanno beffe di me. Il
corpo, mi gridano, va anche senza il tuo aiuto. Presto scopriranno che non sei
in linea con tutti noi. Sarai sostituito. Forse non distrutto, ma messo
semplicemente da parte e il tuo nome così particolarmente lieto, svanirà
nell’oblio. Io rispondevo sempre nel medesimo modo:
“Sono solo io qua dentro, e benché così
atipico e non allineato, non potete fare a meno di me. Potete dileggiarmi,
parlarmi alle spalle, dire male di me in giro; di me però non potete fare a
meno!”.
Si zittivano.
Perché mi sentivo nel giusto e comunque
nonostante le ragioni degli uni e degli altri, quale corpo può sostituire o
mettere da parte un unico Neurone che si chiama Felice?
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