L'uccellino-mangiatore-di-briciole, (sul pezzo), di Andrea Quadrani
Svolazza
proprio fin davanti al vetro della portafinestra che dà sul
terrazzino. Lo vedo e guardandolo piccolo così, penso al tempo dei
giorni scorsi e a quanta acqua deve aver preso. Apro con delicatezza
la finestra e lo lascio zampettare fin dentro casa. Gli comunico i
miei pensieri e lui fa cenno di no col capino; aveva trovato un
nascondiglio caldo e confortevole e del cibo a portata di mano; lo
guardo negli occhietti vispi; da anima a anima; non sono sicuro che
mi dica la verità, ma se questa verità va bene a lui, va bene anche
a me. Mi chiede allora, e lo sento, con grande curiosità, del 'caso'
del piccolo inventore di parole nuove; non mi stupisco neanche un po'
che la faccenda sia arrivata anche a lui. Gli spiego di essere dalla
parte del bimbo e della fantasia e gli spiego anche che 'petaloso' a
me da l'idea di morbidezza associata ai colori ed è indubbiamente
arduo spiegarlo in una parola sola. E chiedo la sua opinione. Mi
risponde soave, che alcuni animali, avendo saputo della questione
sollevata e acclamata da più parti, avevano deciso di riunirsi e
discuterne, per farsi un'idea e anche per poter parlare di qualcosa
riservata alle anime umane; non per sentirsi al loro livello, ma per
discutere piuttosto di argomenti diversi dai loro soliti.
Si
sono riuniti così, in un piccolo praticello: erano passerotti, un
paio di pettirossi, diversi lombrichi, un stuolo di lumache, una
decina di coleotteri di varie specie; hanno iniziato a discutere,
sempre più animosamente, ma sempre con feroce allegria, fino a
quando un lombrico, che se ne era stato in silenzio fino a quel
momento, partorì un pensiero bellissimo, che passò piano piano ad
ognuno di loro, come una piccola doccia di acqua fresca e alla fine
li trovò tutti concordi:
"Tutte
noi anime, animali o umani, viviamo due vite, una esteriore col
decadimento del corpo, gli acciacchi, le malattie, il sentire
prossimo il passaggio e una interiore, fatta di passione, fantasia,
giocosità, follia buona, purezza; i due livelli non sono separati;
viaggiano insieme a noi e si aiutano a vicenda; sono come due scale
tarate con dei numeri; quella più importante che tira l'altra, è
quella interna; quando quella interna supera un certo punto –
diverso per ogni anima – inizia l'invecchiamento anche di quella esterna, il decadimento fisico e mentale;
quando, ed è questo l'esempio, non si coglie la purezza, la passione
e la giocosità di quel bambino – di otto anni ricordiamolo – e
del suo 'petaloso', si è oltre la tacca dell'invecchiamento e si è
all'inizio o già in cammino verso la discesa".
Finito di emettere l'ultimo suono, l'uccellino
non aspettò la mia risposta e se ne volò via in velocità.
Tutta
fatica sprecata: ero rimasto con la bocca semi-aperta e i neuroni in
vorticose convulsioni, mentre pensavo al pensiero del lombrico.
Commenti
Posta un commento