Il mio amico Leopoldo detto Leopoldo, di Andrea Quadrani


Sono qua, seduto nel luogo ove molto si compie e dove ogni anima umana pensa, cogita, si illumina e partorisce idee rivoluzionarie, adatte a questo nostro tempo randagio.
Sono qua, seduto anche io a cogitare e oggi in particolare, su eventi da poco passati, su eroi nordici e le loro imprese leggendarie; su draghi e dragoni che cadono e si ergono sopra ogni terra; sulla amata patria; sulla terra che un giorno mi accoglierà tra le sue braccia, placida, come solo la terra sicura sa essere.
Anche una porzione di terra davanti ai miei occhi è sicura, vegliata giorno e notte dal mio amico Leopoldo detto Leopoldo.
Così è che mi sento sicuro anche io insieme al territorio; una sicurezza che a tratti mi pare magica e divina nel suo altalenarsi di pensieri sul passato che corre verso il futuro, non fermandosi, come dovrebbe, neanche un istante nel presente; anche il presente è fugace e vola via in un attimo; lo sa bene anche Leopoldo guardiano di questi luoghi, che si adatta al fluire delle ore.
Il volere comune, il sapere comune, quando mai possono con sicurezza essere giusti? Lo ignoro. Loro però pensano di avere le idee chiare e con esse a mo' di baluardo, di scudo, osano entrare nella tua testa e renderti comune a loro; come un morbo che tocca tutti e contagia le poche idee e i pochi pensieri veramente tuoi che girano nel cervello. Attento, mi dicono, attento a Leopoldo e a tutti quelli come lui, che pare remino a tuo favore e poi quando meno te lo aspetti, zac, pugnalata alle spalle quasi mai verbale.
Invece Leopoldo me lo sono fatto amico, ed è accaduto con estrema facilità, quasi con naturalezza, come se la mia anima e la sua, si fossero toccate e piaciute all'istante. E anche lui passa sopra ai luoghi comuni e accarezza il comune sentire col suo cuore e il suo corpo. 
Quando ogni mattina lo vedo, sempre vigile e accurato nei gesti, nel porsi, io mi sento sicuro che fino a notte inoltrata, non accadrà nulla e i nostri comuni nemici e le nostre comuni nemiche, avide succhiatrici di sangue, periranno per mano sua.
Io ho deciso di non affidarmi alla comune idea di come comportarsi con gli esseri come lui e Leopoldo detto Leopoldo, mi ripaga con sagacia.
Anche ora, mattina presto, che penso a tutto questo, come un ovvio incontro organizzato dal dio destino, lo guardo per un attimo come si muove e come organizza e rifinisce la sua tela giornaliera; sorrido, mi alzo dal water e passando dal bidè, vado al lavandino, poi do una ultima occhiata al mio amico ragno Leopoldo detto Leopoldo e gli auguro a voce bassa buona giornata; sono sicuro che mi capisce.

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