Persecutio Temporum, di Andrea Quadrani


Sono qua, distesa su questa cosa dura, di materiale che non riesco a scalfire con i denti, che mi resiste; finora è l’unico; gli altri oggetti di dimensioni varie, li ho tutti distrutti o mangiati; ma questo maledetto, non cede, tanto che ora lo uso spesso come riparo, insieme a un oggetto grande e sottile, ma morbidoso. Ogni tanto sbircio verso l’umano con il quale convivo, che mi ha preso nella sua tana e sicuramente mi vuole bene, come io a lui, piano piano però; è seduto su un grosso oggetto morbido, sul quale non mi fa mai salire; anche sulla poltrona non potevo salire e neanche sul letto, ma con lo stratagemma degli occhi da cagnetta morente, l’ho fregato. Quel coso grande e morbido è per me ancora proibito, come uscire dove sono le piante o ricevere qualche boccone mentre lui mangia. E’ seduto là spesso, con le gambe distese e sopra le gambe uno strano oggetto nero, che usa in non so quale modo per molte ore; poi la sera lo ripone in alto e non posso andare a prenderlo e usarlo anche io a modo mio. Lo strano umano si alza solo per darmi da mangiare, raccogliere quello che esce dalla parte posteriore del mio corpo, lavarmi e soprattutto, portarmi fuori da questa tana calda, per delle lunghe camminate in mezzo a luoghi sconosciuti. Io di questo umano mi fido e lo seguo ovunque; solo che fuori da questa tana calda, c’è un universo di cose davvero strane. E per me seguirlo, mi pare una vera persecuzione, come tempo fa, quando ero piccolina e mi si portava qua e là, sempre contro la mia volontà. Anche adesso cerco di opporre una piccola resistenza, già quando mi mette quell’oggetto luccicante e morbido, intorno al collo. Poi però mi lascio trasportare, anche da un poca di curiosità. Ma mentre qua dentro mi sento molto al sicuro (a parte la presenza di uno strano e piccolo animale dentro una gabbia), fuori mi spaventa tutto, solo perché però non ho mai visto: umani di tutte le dimensioni e odori; oggetti rumorosi anche loro di tutte le forme che corrono veloci e mi spaventano davvero; oggetti meno rumorosi e meno veloci con umani sopra; animali come me di tutti i tipi e grandezze che mi abbaiano con violenza, come se avessi fatto loro qualcosa, non li conosco neanche! Altri animali piccoli; terra dura; erba profumata o foglie secche, le mie preferite che mangio con avidità e di nascosto, dal mio umano, che si arrabbia se mi vede, ma che ci posso fare se mi piacciono? Rumori improvvisi, e ce ne sono sì mentre si cammina; e una volta siamo usciti anche quando cadeva acqua, e tanta, dall’alto, quel giorno è stata davvero una persecuzione e l’ho odiato per questo, ma solo un poco però. Per fortuna si sveglia, e alcune volte le camminate le facciamo in luoghi tranquilli, senza tutto quello che vi ho detto prima. E poi si torna nella tana calda dove posso fare quasi tutto. 
Devo solo scoprire i punti deboli del mio umano e poi la persecuzione la proverà lui. Ah mi sono dimenticata di dirvi il mio nome: Molly.

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