Iene e voti, di Andrea Quadrani


Manca ormai davvero poco a questa mitica giornata di voto popolare. Gli italiani con le loro crocette decideranno il futuro del paese. In realtà il futuro del paese è già scritto da quelli che comandano realmente e che delle nostre crocette gliene può fregare di meno. Inutile scrivere chi; oppure forse sì: banchieri, dirigenti di ministero inossidabili nelle loro poltrone governo via governo, industriali, massoni, mafiosi. Loro sono sopra, loro sono tutto. Noi mettiamo le crocette e loro ci scavano le fossette, col nostro aiuto e pure con i nostri soldi. Eppure la speranza che il mio voto possa servire a qualcosa, ancora a me rimane; chissà, forse perché sono un romanticone e non riesco a pensare che la terra dove vivo, possa scendere tanto in basso, dal punto di vista morale, ovvio.  
Qui però oltre le iene sopra descritte, vorrei scrivere anche di un’altra specie: incrocio tra iena e avvoltoio. Sono le iene da tastiera. Gli avvoltoi dei ‘social’. Soprattutto, dato il ridente periodo, i candidati di una miriade di partiti di tutti i colori, tendenze, scopi. Cosa fanno? Semplice; sfruttano le foto dei bambini scannati in questa o quella guerra, tipo quella della Siria che va di moda in questo periodo, dato che viene imposta dai media, in attesa che si spostino le telecamere e l’attenzione verso altri massacri. Ebbene queste personcine, queste animelle, pubblicano foto e post cruenti il più possibile, con commenti strappalacrime o ‘strappalike’, e pescano, eccome se pescano: miriade di commenti atrocemente ovvi e stupidamente senza cuore; eh, cosa non si fa per un like, un voto, un commento, una lacrimuccia.  
In questo periodo riescono a battere persino quelli, ce ne sono purtroppo molti, che usano il proprio ‘muro’ solo con notizie di quel tipo. E sono seguitissimi; migliaia di persone. Cosa non si fa per sentirsi assolti dalle proprie colpe, schiacciando un tasto per esprime dolore e rabbia o mettendo una firma contro le armi di vario tipo; fatto l’atto, tornano a litigare in famiglia, in macchina, al lavoro; a comprare oggetti sporchi di sangue; a foraggiare le multinazionali criminali. Coerenza e libertà. E poi via a votare. A fare il proprio dovere di cittadini. Anche dopo una campagna elettorale fatta costantemente contro l’avversario, cercando quello che gli altri non fanno, fanno male, fanno peggio; responsabilità su se stessi poco o niente.  
Ecco le iene del voto.  
Il mio.  
La mia crocetta.

Commenti

Post più popolari