L'amico di G, di Andrea Quadrani

L’amico di G è un uomo che si è fatto da solo, anche però con l’aiuto di qualcuno, per esempio G. Un uomo non si fa tutto da solo, anche se dall’alto lui crede così; gli uomini arrivati, spinti, sono anche quelli, alcuni, che pensano la spinta essere stata fatta dal vento delle loro emozioni, fatti, pensieri. L’amico di G non è altro che questo: una brutta anima. Non riconosce il presente, si fa beffe del passato, correndo verso il suo futuro scritto. Non sto qua a disturbare karma e quant’altro, certo è che se l’amico di G fosse onesto intellettualmente, oltre che danarosamente e si fermasse un attimo, mentre corre alla frenetica ricerca dei denari, pensandoci, sarebbe d’accordo con me. Ma l’amico di G non ha tempo per questo. Ormai segue la corrente o la corrente ha avviluppato lui. La sua aridità è la sua forza o forse la sua condanna. Certo è che l’amico di G dopo una vita di amicizia con G, proprio negli ultimi aneliti di vita di G, dimentica tutto. Svuota la sua mente. Cancella e ricomincia con un altro amico. E vive la sua vita e quella dei suoi supermercati. 

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