Io sono Razzista, di Andrea Quadrani


Mi ricordo di quando andai a New York la prima volta; era il millenovecento e ottantotto; l’occasione fu il viaggio premio organizzato dall’azienda per la quale lavoravo in quei tempi. Abituato all’Italia e ai suoi stili di vita e comportamento, quel viaggio fu una folgorazione, per molti aspetti e lati; uno di questi lo ricordo ancora con grande emozione: mi sedetti su una panchina verde in legno perfettamente tenuta, a guardare le anime che passavano sul largo marciapiede; era un vero spettacolo, forte e teatrale; vedere, assistere, capire, comprendere come l’essere umano fosse diverso e uguale assieme; davanti a me passava un crogiolo di umanità mista stupefacente, cosa che in Italia ancora non si poteva gustare; passavano sì anime di razza bianca, ma perlopiù erano mix geniali: colorati con tratti orientali; bianchi marroncini; neri chiari. 
Man mano che l’occhio approfondiva lo sguardo, percepiva sempre più le sottili performance amatorie di miriadi di anime; una amalgama meravigliosa. 
E ricordo ora, mi misi a fantasticare se i simpatici spermatozoi usati per quello che vedevo, avessero portato con se anche le differenze degli stili di vita, modi di pensare, essere, pregare o no, mangiare e fare l’amore, che hanno tutte le razze. Mi risposi da solo: sicuramente. Anche se forse era la risposta poetica e un po’ sciocca, di un romantico in erba. 
Oggi che nel mio paese si parla per ogni dove di stranieri e italiani; dove tutti dicono, scrivono e urlano la loro opinione, a volte come se fosse LA opinione e non UNA delle, mi viene in mente quel pomeriggio di molti anni fa. 
Io quindi oso scrivere la mia e con orgoglio mi definisco: 
razzista 
sono convinto che l’essere umano si divida in molte razze con differenze evidenti o sottili, di colore, gusti, pensieri, modi di comportarsi, fare e brigare ed è bellissimo che sia così; che esistano diversità e che queste numerose diversità colino poi nel vaso della razza umana, vaso dove tutto c’è e comunica, pare stranamente, le disparità di tutti. 
In questo senso sono razzista. 
La bellezza è il mix, la condivisione, il rapporto tra tutti, e la voglia, sì la voglia, pereché serve quella e forte anche, di sentirsi tutti una unica entità che vive e pulsa e urla. 
Con differenza e unione. 
Vive.

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