Tipe e tipi, di Andrea Quadrani
Ho fatto passare un po’ di tempo, prima di scrivere i miei pensieri, circa la questione del libro scritto, o fatto scrivere, da Corona (non il montanaro, ma il pregiudicato).
Sinceramente tutta questa agitazione e ‘strappar di vesti’ non l’ho compresa.
Se un’anima scrive qualcosa su qualsiasi argomento; reperisce un Editore che si premuri di sostenerlo, o si auto-pubblichi (come il sottoscritto); mette in circolazione Le Parole; e poi trovi anche chi compra quello che è stato vergato, a mio parere è sinonimo di libertà. Libertà di stampa e pensiero.
Ho letto in giro sul web, numerosi interventi censori sul fatto, nel contrastare i quali non mi sono minimamente messo: si sa come finiscono le discussioni tramite tastiera e schermo oggidì.
Però rifletto, e sorrido, sul fatto che la maggior parte di chi era contro quella ‘schifezza’ (una delle parole usate, la più carina), sia proprio chi, in altri ambiti, sia a favore della Libertà e Uguaglianza.
Sorrido, e rifletto sul fenomeno, oramai ahimè diffuso, di considerare la ‘propria’ idea su qualsiasi argomento, o moto umano, come unica e di riferimento verso gli altri. Tutti o una parte.
Quale dovrebbe essere il parametro della Libertà di Stampa e di Lettura? Chi può permettersi di decidere chi o cosa scrivere o leggere?
Sono a parer mio domande importanti, per un viver civile in un paese ‘Libero’ come il nostro.
Altro discorso è il commento, la critica, la propria opinione sul testo scritto. Ovvio che ognuno, liberamente, possa scrivere o dire cosa pensa, che sensazioni ha avuto, cosa l’ha ispirato nella lettura di qualsiasi cosa.
Non, e lo ripeto: non, della Scrittura in se.
Altrimenti la Libertà, tutte le Libertà sono minate e rischiano grosso.
Loro e noi.
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