Incontri Metropolitani, di Andrea Quadrani
Incontrai Bianco Mangiare proprio all’inizio
del pomeriggio. Ebbi l’idea di una passeggiata rigenerante di corpo e spirito,
dopo i bagordi della notte precedente. Bagordi iniziati dopo una innocente
richiesta di birra, ai ragazzi universitari dell’appartamento a fianco del mio.
Svegliatomi in evidente stato di semi-coscienza, passai la mattinata a chiedermi:
il perché dell’esistenza, la ragione dell’immortalità dell’anima, la
spiegazione dell’infinito. Stanco di queste domande e dopo un frugale pasto a
base di cereali, latte e birra, intrapresi la via della città.
Concentrato sulla strada e sulle
vetrine, vidi avanzare spedita Bianco Mangiare. Stava tornando a casa a
desinare. Era abbastanza in forma, e sempre un bel vedere. Un dialogo di pochi
minuti denso di condivisione e arguzie. Mi lasciò alla mia strada quasi subito.
Con la promessa però di un incontro a breve.
Pensando alle sue parole, seguitai a
seguire le orme altrui ed entrai nella vecchia città. Presenze ovunque. Sole e
nebbia. Scure e chiare anime a capo chino o eretto deambulavano qua e là.
Arrivai lesto al luogo ove sapevo si
radunavano a volte, individui conosciuti, per nobili scopi: discutere di argomenti
filosofici, sbevazzando liquidi di vario genere.
Sfregiata era là in attesa. Vispa come
la sua età. Una vocina cinguettante usciva dalla sua piccola bocca. Ero in
anticipo rispetto agli altri, quindi un po’ per dovere e un po’ per
convenienza, attaccai discorso con la Sfregiata sulle amenità classiche: tempo,
segni zodiacali, cucina. Parlava a ruota libera e scoppiettante, alludeva e si
divertiva. Un colloquio denso di spunti, ignoti a lei, ma ben presenti a me. Tutto
si interruppe quando arrivarono i due cotali che attendevo: Gamba Tremula e
Homo Heroticus. Arrivarono in velocipede, come si conviene di questi tempi di
ristrettezze e si accomodarono lesti al tavolo dei saperi. La Sfregiata si
informò dei nostri desideri, e dopo una normale attesa, ritornò con le brocche
ricolme di soave e spumeggiante liquido giallo. Brindisi tra noi su terre
lontane, e poi via a parlare e confrontarsi su argomenti, e sparlare sui
presenti e assenti. Il liquido giallo irrorando le nostre gole assetate, aiutava
la conversazione. Interrotta ahimè, qualche momento, da trilli ed abbai. Qualche
tempo a dialogare. Qualche tempo a ridere. Qualche tempo a riflettere. Poi il
tempo terminò ed ognuno ripartì per la propria destinazione. Folli idee erano
nate. Folli intuizioni. Folli proponimenti. Tuttavia Gamba Tremula e Homo
Heroticus, si rivelarono per quello che realmente erano: anime come molti di
noi, in cerca di saziarsi di illusioni, come di verità.
Dovevo tornare a casa, ma stanco per i
dialoghi e spossato per il deambulare, mi sedetti su di un grosso gradone sulla
via del ritorno. Guardavo passare cose e anime. Era molto rilassante. Mi stavo
addirittura assopendo. Quando, inaspettata, passò di là casualmente Polpaccio
Sensuale. Stava andando a raccattare oggetti, là allo spaccio delle bellezze. Aperto
ancora nonostante l’ora tarda. Sorpresa ma non troppo dall’incontro fortuito,
mi invitò ad accompagnarla. Parlammo delle condizioni della vita camminando tra
scaffali rigonfi di bellezze o svuotati di esse. Al momento del pagamento si
parlò di domande e risposte fatali. Tutto nella strana semplicità contrastante
il luogo. Uscendo ci imbattemmo in anime fortemente erotiche e qualche domanda
sorse spontanea: le risposte e le tentazioni di libertà si librarono nell’aria:
se passate là al centro della città,
forse le vedrete ancora muoversi a mezz’aria, in cerca anche loro.
Accompagnai Polpaccio Sensuale per qualche
momento e dopo averla salutata, intrapresi la via del ritorno. Pensieroso, gioviale
e contento dei miei incontri metropolitani.
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