Talpa, di Andrea Quadrani



“Per nascere scrittore bisogna imparare ad amare la rinuncia, le sofferenze, le umiliazioni. Soprattutto bisogna imparare a vivere appartato. Come la talpa, lo scrittore si aggrappa al suo limbo, mentre sopra di lui la vita in rigoglio continua, persistente, tumultuosa”.
- Henry Miller, "Nexus".
 
La bottiglia è quasi finita, manca giusto il po' di liquido giallo che giace sul fondo. Ultime gocce di una bottiglia di buon spumante trentino. Chardonnay ben amalgamato con qualche tocco di pinotnero. La vista passa un attimo fuori; le nuvole grigiobianche si rincorrono nel cielo Il vino è in circolo; le bolle lo portano per ogni dove dentro il mio corpo... sagaci! Hanno tutto il tempo per fare il loro lavoro... mi sento strano; dalla finestra aperta davanti a me, inizia ad offrirsi uno spettacolo surreale: acqua che cade dal cielo, improvvisamente, senza un motivo logico; prima tutti i colori tenui e rassicuranti, poi, nero. Piove a secchiate sparse, come a fare un dispetto agli umani e alla natura; anzi solo agli umani. Verso nel bicchiere l’ultimo sorso di vino. Guardo fuori attraverso il vetro spesso del bicchiere da osteria. Mi sento osservato dalla pioggia che cade. Mi sento guardato dentro con cattiveria e cerco quindi di difendermi: guardo anch’io la pioggia rimandando indietro tutto il mio livore, sotto forma di lacrime... la pioggia al contrario. La lotta dura poco, anzi non so neanche come va a finire perché desisto subito; so che la natura dà i suoi segni, resisterle è vano, e anche stupido. Sono indeciso ora: aprire un’altra bottiglia o finire di sentire i fumi della precedente, salire dalla cavità del mio corpo? Resto in attesa di qualche risposta, non so neanche io ormai da dove o da chi. Guardo lo schermo: feisbuk freme e produce vita vissuta, foto, citazioni, corpi, menti fenomenali che sbocciano pensieri forti. Il tentativo di lotta con la natura mi ha lasciato con un messaggio in testa. Non sono da pensieri forti oggi. Oggi sono da pensieri lievi, da pensieri che una scrosciata di acqua primaverile, possa tranquillamente tergere. Sento il corpo stanco che mi chiama al letto; il corpo resiste però, il corpo vuole altro, anche se la mente stasera non può seguirlo. Mi sento bene. Spero continui così... continuo a guardare le immagini che scorrono: stasera le voglio fare tutte mie; una pioggia di vita digitale. Stasera resto una talpa visionaria in questa primavera in rigoglio.

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