Risposte (dedicato dall'Uccellino-mangiatore-di-briciole ad Alberto G), di Andrea Quadrani


Siamo la quadrupeda ed io davanti al terrazzo, dentro in casa, con qualche finestra aperta per godere una leggera e fresca brezza mattutina. Siamo appena tornati dalla ‘passeggiatina’ giornaliera. Fuori è decisamente caldo; pare un anticipo di estate; la mattina presto però, quando giro con la cagnetta, si sta davvero bene, anche sudando. Le veneziane sono abbassate, per proteggerci non tanto dal sole, che solo alle sette di sera colpisce la grande finestra del soggiorno, quanto dal riflesso della stella sulla facciata della casa davanti a noi. 
Il silenzio è imbarazzante. Rotto solo dal rumore delle slinguate della quadrupeda sulle sue di lei pubenda. 
Ad un tratto una piccola ombra veloce appare in mezzo al cielo blu. È lui: l’uccellino-mangiatore-di-briciole. È qualche settimana che non arrivava fino a qua. Lui se la tira da cittadino adesso. In realtà, non se la tira, sono io che malignamente lo immagino. Compie una giravolta carpiata per evitare i tiranti delle veneziane, e si tuffa in basso verso il pavimento rossiccio della terrazza, planandoci con maestria. 
La quadrupeda mi guarda con espressione interrogativa, senza alzarsi però dal divano dove è spalmata. 
Mi alzo invece io, mentre l’uccellino zampetta verso di me. Ci incontriamo nel mezzo delle doppie porte aperte. 
- Finalmente sei venuto a trovarci, non ci speravo più. 
Senza rispondermi, zampetta in tondo e alla fine chiede: 
- Briciole ce ne sono? 
Alzo bonariamente gli occhi al cielo e vado a prendere un panino. Torno e lo sbriciolo davanti a lui. 
- Quanta grazia! 
- Ti mancavano eh le mie briciole? 
- Anche no. 
Replica. 
- Mi mancavi tu. Anzi ora devo cinguettare ‘voi’. 
Sono imbarazzato dalla sua risposta; come sempre accade mi prende in contropiede, e mi centra. 
Mentre si ciba di pane, cerco però di controbattere con alcune domande a mio parere sagaci: 
- Voi animali piccolini vi stancate molto quando volate? Quanto dovete mangiare al giorno? Dormite tutto in un tempo o fate piccoli saltelli di tranquillità? 
Si ferma un attimo e mi guarda. Dopo averci pensato un po’ risponde: 
- Non lo so. 
- Scusa come fai a non saperlo. Mi pare che siano informazioni molto importanti. 
Scuotendo la testa, continua con l’opera di aspirazione-pane. 
Lasciandolo là con le briciole, mi alzo e vado al computer acceso e collegato alla ‘rete’. Cerco le risposte alle mie domande, non tanto per me, o non solo per me, ma anche per ‘aiutare’ il mio piccolo amico pennuto. 
Ci vuole un po’ prima che la rete a strascico peschi le risposte. 
Torno all’ingresso per il fuori. 
Il pennuto è salito lesto a sbevazzare un po’ di acqua, dai sottovasi agganciati al davanzale. 
Così possiamo vederci meglio. 
- Sono tornato con le risposte alle domande che ti ho fatto prima. Così anche te sarai informato. 
Mi guarda con una espressione perplessa. Me ne accorgo e, probabile, questo traspare dal mio viso. Quindi mi fermo e non aggiungo favella. Attendo. Attendo quello che ha da dirmi. E per la prima volta da quando ci frequentiamo, forse so già cosa sta per trillare. Non lo anticipo però. Non posso sbeccare l’attimo. Attendo che la Natura esplichi. Attendo che la piccola Anima parli. 
Forse mi legge nei miei pensieri. Ma non fa pesare la risposta e, con delicatezza: 
- Voi anime umane, volete per forza dare le risposte a tutto? Cercare cercare il perché di tutte le cose, le situazioni? Io non so le risposte alle tue domande e non voglio saperle. Preferisco sentire tra le piume. Preferisco che natura, universo e anima si parlino con lingue che non capisco; in modi che non intendo. La risposta è nella mia anima. È là e tanto mi basta. Ma sono solo un piccolo uccellino. Sai forse sbaglio. Non so. Mi piace però essere così. 
E come sempre se ne va lasciandomi con intimi pensieri comuni. 
Lo guardo volare via. 
E penso: non non sbagli, piccolo Amico, non sbagli.

Alberto G è volato via, ed ora è in una dimensione diversa, nuova. Io e il mio amico pennuto, oltre che la mia quadrupeda, lo salutiamo da quaggiù, augurandogli un buon viaggio.

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