Mojito, di Andrea Quadrani

Eravamo alla ricerca di un nido, d’amore e di cibo. La ricerca era ad un punto morto. Case, case, case, vie, stradine, appartamenti, vie, piazze e ancora case. Stressante e piacevole insieme. Tanta gente incontrata, tante facce, tante mani strette; tutte desiderose di farti far l’affare, di aiutarti. Ma quando mai accade che altri, con in mezzo i soldi, ti vogliano veramente dare una mano? Mah, forse poche volte, forse molte. Ogni vita ha la sua storia. L’esigenza nostra era pressante e semplice assieme. Un giorno pareva di aver trovato e poi qualcosa bloccava la scelta. Tediante ed ansiosa insieme questa ricerca. Gente, gente di ogni razza, di ogni tipo, gente intensa, gente variopinta, gente strana, gente insana, gente speciale. Dopo aver visto un numero imponente di luoghi e di gente, assicuro che la voglia di cercare si stava veramente affievolendo. Anzi in ogni nuovo appartamento, trovavamo qualcosa che non andava, che non ci piaceva e, guardavamo chi ce lo proponeva, sempre più con aria diffidente. Finché un giorno un annuncio su internet ci porta in questo luogo. Un luogo intenso per la presenza intorno di persone di vario colore e di vari idiomi. Ci guardammo; ci sentivamo già un po’ meglio; lontano dai rumori metallici e forti della città, queste voci innaturali, già ci conducevano in una dimensione diversa, piacevole; la persona che ci accolse era giovane e gioviale, molto strana nel parlare; salimmo con lui una breve scala ed ecco la casa; istintivamente ci prendemmo per mano, era scelta, ma per sicurezza la esplorammo con il nostro cicerone. Colori veri, lampadari viventi, mobili parlanti e soprattutto il principe della solidità e dell’armonia, un divano sdraiato nella stanza principale in attesa di corpi e di storie; pareva parlasse quell’oggetto all’apparenza innocuo. Il ragazzo che ci aveva condotto fin là ci guardò divertito e compiaciuto; disse che avevamo colto l’Anima del luogo. Prese un bicchiere, approntò con sospetta velocità un Mojito all’apparenza perfetto e lo mise sul divano e poi davanti ai nostri divertiti occhi, ci si lanciò vicino. Poi con sguardo trionfante disse: ”Vedete, vedete, il bicchiere non si rovescia, è stabile!”. Con quella certezza per la nostra vita, la decisione era presa!

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