Ideale, di Andrea Quadrani

Si può uccidere per un ideale o si possono commettere nefandezze varie o si può tradire qualcuno o qualcosa? La domanda mi frullava nel cervello da qualche giorno. Ero pensieroso soprattutto sulla duplice valenza, spesso presente in molte parole della lingua italiana, del termine “ideale”. Ideale, nel senso di perfetto e ottimo o ideale nel senso di qualcosa da perseguire giusto o sbagliato che fosse. Ecco perché per alcuni giorni delle ultime settimane, a volte pensavo a questo. Poi accadde che un ideale che mi stava a cuore, fosse messo in discussione; allora i pensieri aumentarono d’intensità; dovevo assolutamente risolvere la questione. Per questo mi misi a cercare testi filosofici, in cui si parlasse di questo; testi anche d’altra natura, ma pur sempre inerenti all’ideale. Non trovai poi molto. Forse per una mia paura illogica di trovare proprio qualcosa che risolvesse il dilemma, ormai angosciante. Il dubbio cominciava a piacermi. Un altro dubbio mi assillava: se il primo dubbio mi piaceva, ero forse un po’ masochista? Forse sì, tanto che anche il lavoro che facevo, e che mi piaceva, iniziava a essere minato da questi pensieri! Ideale…questa parola che se a lungo ripetuta, cominciava a non significare niente. Ideale…iniziavo a mettere in dubbio le mie capacità logiche e mentali: non posso pensare solo a questo! Poi però riflettevo che se non risolvevo in fretta questo strano conflitto, la mia vita sarebbe sostanzialmente cambiata. Non volevo fare del male a nessuno, ma ultimamente in vari giorni, nel tentativo di scegliere l’ideale, avevo causato traumi e spaventi a molte persone, a volte anche a me stesso. Sinceramente non era giusto. Non poteva esserlo per questioni anche più importanti di questa. Questioni d’importanza globale o nazionale. In fin dei conti, non è importante a volte e soprattutto il nostro microcosmo attorno e dentro di noi. A volte altre questioni, altri ideali, saranno anche importanti, ma a noi, che ce ne frega! Non potevo più resistere, ormai era venuto il momento di decidere, e caspita l’avrei stabilito subito (non volevo perdere la mente). Avrei deciso proprio ora che l’ideale per andare al lavoro dopo essere uscito da casa, era se andare a destra o a sinistra. 

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