Ah ... l'amour, di Andrea Quadrani

Ero davanti alla carta ormai da qualche ora per scrivere il sentimento. Avevo sistemato le parole, la punteggiatura, le allusioni, i ‘non scritti’. Avevo però ancora qualche esitazione. Perché? Perché esitavo? Da dove veniva la mia paura, il mio timore? Mah. Decisamente non mi capacitavo.
Leggiamo insieme le parole e vediamo se dubbi e timori se ne vanno o restano:

“Cara…, oggi appena svegliato, ripensando al nostro incontro di ieri sera, speravo di non vederti più e anche di non averti mai conosciuta, e incontrata. Era il cervello che agiva forte e cercava di spiegarsi il perché di tanta pazzia. Quando ci siamo salutati, sembrava una liberazione, ma il corpo ha opposto resistenza e sono cominciate le palpitazioni; per quello mi è girata un po’ la testa e ho cambiato colore. Mi hai chiesto lo squillo di avviso della mia tranquillità. Stavo per non fartelo. Per ‘ripagarti’ della sofferenza che ho avuto nell’incontro con te. Come se fosse stata causa tua. Speravo tanto che tu non esistessi. Invece il cuore sopito, ha riaperto un occhio e poi l’altro, e ho fatto lo squillo. Il combattimento tra cuore e cervello è continuo. Tutti i giorni.
Perché il sentimento è forte e, ‘Ti amo’. Queste cinque lettere che spesso non si dicono, per convenienza, per pudore, per paura, io le scrivo. Per tornare a essere io. Per tornare me stesso. Perché con la mia salvezza ci sarà anche la tua. Ti amo; tu mi hai preso l’anima. Io te l’ho concessa e tu l’hai presa.
Simpatia, empatia, attrazione, amore. Ho provato a usare solo il cervello e far sparire tutto il sentimento e seppellirlo, ma sarei andato contro il mio vero me stesso. Il me stesso che mi aiuterà ad affrontare la Vita. Non mi amerei. O sì è innamorati o non lo si è. Non si può essere ‘quasi’ innamorati. Ed è un fuoco che a volte arde e aiuta, a volte brucia e fa male. La vita apre sempre sempre strade nuove e orizzonti nuovi e emozioni nuove. Come sono le emozioni forti, che provo con te, perché vere e vive! Sentire il tuo respiro e il tuo cuore che batte, appoggiato con la testa sul tuo seno, credimi è un’emozione forte. Sentirsi protetti anche se maschi, sul corpo di una donna è una emozione forte. Sentirsi accarezzati nel cuore e nell’anima, è un’emozione forte. Baciarti cuore, bocca, pelle, è un’emozione forte. Vederti è un’emozione forte. Abbracciarti è un’emozione forte.
Io non mi sento ‘perfetto’. Quali sono i tuoi difetti? Mi chiedesti in una delle nostre prime uscite? Ce ne sono certo. La ‘pulizia’ dell’autostima vuole però non tenerne conto. Anche perché difetti ‘gravi’ non mi pare di averne. Non sono perfetto ma cerco di fare le cose col ‘cuore’, che è stancante un sacco, richiede molte energie e non vuole pause.
Entrare nella tua vita è stata una delle cose più belle, complicate e delicate che io abbia fatto. Saper bussare alla porta di un mondo nuovo per poi aprire il mio un po’ alla volta. Un viaggio in una terra piacevole e sconosciuta, un tuffo negli abissi, un giro in giostra che ti lascia senza respiro e i capelli spettinati anche avendone pochi. Ho cercato di bilanciare peso e leggerezza, esperienza e consapevolezza del nuovo, coraggio e timori, parole e silenzi. Ti ho abbracciato come se ti dicessi ‘sei a casa’ e ‘non temere ti proteggo’. Guardato come se non avessi visto niente di più bello. In punta di piedi ma con il battito gel cuore a tutto volume. Un concerto rock dove si può trovare la pace”.

Che ne dite?
Rileggendola per l’ennesima volta, mi pare che possa andare bene.
Esco a prendere un po’ d’aria fresca e al ritorno, prenderò i fogli, li metterò nella busta e li porterò personalmente a destinazione…
Eccomi. Rinfrescata presa abbondante. Parto. Sono arrivato lì, ho un’altra piccolissima esitazione; un nonnulla, che resta a librarsi sopra di me un attimo, come bolla di sapone e poi puf, sparisce, come la carta, nella buca delle lettere.


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