Maremmante, di Andrea Quadrani
La sabbia calda mi solleticava i piedi
in maniera piacevole, quel calore che a volte m’infastidiva, era in quel
momento la cosa che più cercavo. Camminavo da qualche minuto e lo sfrigolio dei
miei piedi nudi sulla sabbia, ritmicamente mossi, pareva accompagnarmi come un
canto. Quel rumore tenue, sch, sch, sch, ricordava una cantilena di piccoli
esseri che, a parer mio, popolava il primo strato di sabbia; mentre camminavo,
me li immaginavo, piccoli esserini gialli che operosi e tranquilli sistemavano
e pulivano quell’oceano di piccole pietruzze gialle e profumate. Il profumo lo
sentivo anch’io: salsedine, il tipico profumo docile e penetrante dell’aria
fresca marina, misto all’aroma che veniva da grossi cespugli sparsi qua e là.
Non c’era nessuno in giro. Era troppo presto, la gente calava più tardi quando
il primo caldo succedeva a questa frescura troppo intensa. La mia meta non era
molto distante; si trattava di un punto, dove la spiaggia si restringeva e
assumeva i tratti di un paese tropicale: la sabbia più fina e chiara, qualche
palmetta qua e là, pochissima gente anche nelle ore più calde; il motivo era la
lontananza di qualsiasi insediamento umano dispensatore di bibite fresche o
gelati. Ogni tanto passava, ma era raro anche lui, mister “cocco fresco”. Il
posto non era tanto distante, ma non avevo fretta, sapevo che chi mi aspettava
non sarebbe andato via, perché aspettava proprio me.
C’eravamo incontrati per la prima volta
alcuni giorni addietro, e non potevo ormai lasciare passare giorno senza avere
un contatto con lui.
Era difficile e al contempo intrigante,
descrivere quell’incontro, fortuito forse, in un momento in cui la vita
cambiava; in quella spiaggia semi deserta, incontravo quello che forse avrebbe
cambiato il mio modo di pensare e di sentire: una “entità” tutta colorata di un
rosso valpolicella e con un profumo vinoso, di fiori di frutta, che usciva ogni
volta che apriva la bocca; e tutto il suo corpo ne emanava la fragranza; si
svelava di apparenza umana e purtroppo maschile. Parlava anche la mia lingua
anche se pareva proveniente da un altro pianeta o universo; sovente, appariva
qua e poi spariva là di continuo, come uno spiritello vagabondo. Tutto questo
movimento era accompagnato da una strana nebbiolina, quasi rugiada, dello
stesso colore del suo corpo e con profumi di violetta e mora intensi.
Mi dava l’impressione di essere il Dio
Bacco, ma non proprio Lui, un dio in versione dimessa e rilassata, quasi fosse
in vacanza lì come qualsiasi altra persona. Dal nostro primo incontro parlavamo
di più cose, sempre legate alla terra. Come lo incontrai la prima volta? Mi apparve improvvisamente davanti, dal
nulla, tanto che pensai subito a una delle mie solite allucinazioni etiliche,
invece era proprio davanti a me e dopo un momento di sorpresa, penso per
entrambi, prese la parola e si presentò, a suo modo:
“Io sono Maremmante, custode dei sacri
riti degli Isoniv, abitanti di questi luoghi; chi sei tu che osi ostacolare il
mio passo?”
Restai interdetto a pensare il da farsi;
un’allucinazione non era, era troppo presente davanti a me; che fosse uno
scherzo dei miei amici? Mah! Bisognava accertarsene. Mi avvicinai un po’ e
cercai di toccarlo; lui balzò di lato e urlò:
“Come osi cercare di toccare una delle
tue migliori allucinazioni incarnate?”
Pensai: minchia quel Barbaresco di ieri
sera era veramente mitico! E replicai:
“Come allucinazione? Non sei reale?”.
“Certo che sono reale fratello, ma sono
comunque un parto delle tue bevute. Gli Isoniv sono gli spiritelli alcolici che
fanno divertire da sempre gli uomini durante e dopo le grandi bevute; sono loro
che aiutano il genere umano a trovare la strada; sono loro i difensori della
libertà e della natura; questo piccolo lembo di spiaggia è uno dei loro
nascondigli preferiti, per riposarsi e ispirarsi; ora che l’hai scoperto e hai
visto me, sarai per sempre, tuo malgrado, uno di noi, un nostro messaggero nel
mondo reale. Penso comunque che questo ruolo non ti dispiaccia, e anzi che tu,
inconsciamente, ci stavi proprio cercando… Benvenuto quindi tra gli Isoniv!”.
Da quel giorno la mia vita cambiò grazie
all’incontro con Maremmante. Ancora oggi tra la vita frenetica della città,
sento la sua presenza e quella dei suoi, e miei, fratelli alcolici. Per fortuna
che ci sono loro, con noi, con me…
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