Il tempio, di Andrea Quadrani
Questa giungla è davvero impenetrabile,
sono ore che camminiamo per cercare questo maledetto tempio e ancora non si
trova la minima traccia. Accidenti. Gli uomini sono distrutti. E’ dall’alba che
nuotiamo letteralmente in questo caldo e in quest’umidità; anche gli insetti
aiutano a rallentare la marcia. La voce si spargeva insistente e come un cancro
infettava tutti: il capo non si sarà mica perso la strada? Sempre che sappia
dove stiamo andando! Perché poi continuiamo a seguirlo? Sono state sempre queste
le domande, senza risposta, come sempre. Dopo la partenza ogni complicazione
sopraggiunta, causava spesso numerosi problemi. Gli uomini non facevano altro
che lamentarsi. Non sapevano fin dall’inizio che sarebbe stata dura? Quante
volte l’avevo detto? Li avevo messi di fronte ad una scelta. E loro avevano
scelto! Come me del resto; sapevo cosa facevo, anche se con precisione assoluta
non sapevo l’ubicazione precisa del tempio. Sapevo la direzione e qualche
particolare di riferimento; poi quella era un’isola e neanche tanto grande.
Prima o poi ci saremmo arrivati, era solo questione di tempo e di pazienza. Era
quasi buio. Ancora un paio d’ore di luce e avremmo dovuto trovare un posto per
la notte. Che caldo anche a quest’ora. Ma, ecco, vedo qualcosa davanti a me …
si distinguono delle costruzioni … è il tempio! E’ IL TEMPIO!!! Ce l’abbiamo
fatta! Sali e sali, suda e suda, un passo dopo l’altro ci siamo arrivati. Che
fatica! E’ però una soddisfazione e una gioia indescrivibili. Dovrebbero
provarla tutti quanti una gioia così; arrivare alla meta; perseverare e
arrivare. E’ il mio augurio per gli esploratori che verranno. Prima o poi la
fatica del cammino viene compensata in qualche modo, basta resistere, lottare e
perseverare, questo è certo.
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