Sogno di una notte di fine novembre - una ragazza, di Andrea Quadrani
Carissima,
questa notte ho sognato un sogno reale:
sono innamorato della tua mente.
Solo di quella.
Perché pur essendo te una bella ragazza,
non sei il mio ‘tipo’. Ma, i tuoi pensieri, sono un’altra cosa sì. Quelli che
esprimi chiari, o sotto e tra le righe delle parole dette a voce o ‘postate’ su
facebook.
Ho sognato che vagavo nella tua testa
con sottobraccio un neurone come accompagnatore; m’indicava vari luoghi e zone
e colori e dava la sua spiegazione scientifica. Io la traducevo subito però con
pensieri meno razionali e il neurone si girava verso di me a volte perplesso, a
volte colpito dalla sagacia del mio pensare.
Anch’io ero meravigliato delle mie
traduzioni, anche perché sentivo che non arrivavano proprio da me, ma salivano
rigogliose con un flusso lento e costante dal mio cuore.
Che i tuoi pensieri fossero complicati,
da ragazza perbene, da pudica, da maestrina; che fossero iracondi, velenosi,
forti, animaleschi; che pareva venissero dalla pancia, dalla testa, dall’utero,
dal cuore, io li traducevo sempre al mio accompagnatore, come pensieri selvaggi,
delicati, folli. E lui replicava su come potessero coesistere pensieri
all’apparenza così distanti e io a lui sorridendo dicevo che non sono così
distanti come appaiono; che tutti i pensieri suoi derivano da una unica fonte di
luce sorgiva, un po’ come i pensieri miei e tuoi caro neurone perplesso e forse
anche quelli di qualcun altro fuori da questa testa, chi lo sa, derivano
dall’intuizione spesso nascosta, come se si camminasse in un sentiero buio, con
la nebbia e da lontano, una lucina apparisse e sparisse di continuo davanti a
noi, per farci sberleffo di essa e non farsi trovare, per cattiveria, per
pietà, per paura, caro neurone, la sicurezza che noi ‘siamo’ e ‘possiamo’ sopra
ogni cosa nostra o no, volare, sì volare con libertà. A volte solo nella testa
a volte anche altrove.
Che tutto ciò che lui ed io guardavamo
era solo bellezza, rigoglio, vita. Colori forti e vivi. Profumi abbondanti e
vivi. Sapori salati e vivi. E nei nostri occhi, anche del neurone sì, cadevano
gocce di acqua velate di arcobaleno: non erano lacrime, era vita liquida.
Vita
pronta per uscire dalla testa o restare sempre dentro essa chissà amore mio
chissà.
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