Visite Importanti, di Andrea Cantaluppi

di Andrea Cantaluppi


Ospito un racconto tragicomico di Andrea Cantaluppi, dell'Associazione

" Il  Sorriso  di  Claudio  Cantaluppi "

Il testo è in italiano e spagnolo. Buona lettura.

Nuevo Laredo, 23-6-06.

Con una settimana di anticipo ci preannunciano la visita congiunta del console USA a N.L., della console messicana a Laredo, Texas, che saranno accompagnati dai rappresentanti dell’Istituto Tamaulipeco per la Migrazione, alla Casa del Migrante. Cosi di prima impressione, mi sembra importante che un pezzettino della diplomazia dei due paesi confinanti venga a rendersi conto di come vengono accolti sia i migranti che i deportati che sono espulsi e rimpatriati. Al di là della loro rappresentanza ufficiale, il risultato potrà essere più o meno importante per la situazione migratoria in questa calda frontiera facendo conto sulla loro sensibilità umana. 
Alle 12 puntualissima, arriva la console messicana. E’ una donna oltre i 50, magra, scattante, con una giacca verde su gonna nera. Saluta stringendoci la mano con sicura energia. Appena entrata si guarda un momento intorno e poi chiede al suo segretario, (siamo i primi?) Alla risposta affermativa, con una alzata di spalle significativa, va verso Francisco ed inizia a far domande sulla Casa. Asciutta e scarna, non aspetta nessuno e da inizio alla visita. Francisco è ben contento di tracciare la storia della Casa sin dall’inizio quando la congregazione scalabriniana decise di costruire qui un punto di riferimento per i migranti e per attualizzare il suo carisma circa dieci anni fa. 
Vigorosi cenni con il capo della console sottolineano il lavoro degli scalabriniani a livello internazionale e dice di conoscere l’opera di Scalabrini, che sa bene come lavorano ed è per lei una sorpresa scoprire che questa e una casa scalabriniana. Mentre l’incontro va avanti stando in piedi sotto un ventilatore che ce la sta mettendo tutta per non far sfigurare la Casa, arrivano con colpevole ritardo una decina di guitti di terz’ordine. Sembrano comparse di un film dell’epoca di Zorro. Tutti con la camicia bianca d’ordinanza e la bandiera messicana sul braccio e sul taschino sinistro la scritta del loro Istituto. Non contenti di aver portato ritardo e senza scusarsi con la console, s’interpongono tra lei e Francisco. La tragicomica rappresentazione va avanti con dichiarazioni vanagloriose e palesemente false da parte del loro rappresentante nazionale. 1- la Casa l’hanno costruita loro, 2- l’istituto investe molti soldi per il mantenimento, 3- sono loro a coordinare e a riunire il lavoro delle Case del migrante lungo la frontiera. Se non bastasse ci sono città dell’interno che è molto difficile da gestire, e a solo nominarle si deterge con il pollice il sudore dalla fronte. Francisco da allegro inizia a diventare serio e preoccupato. Si sta chiedendo chi sia questo buffone dai modi borbonici e come si permette in sua presenza, che è la memoria storica della Casa, di mentire in questo modo. Mentre il rappresentante dai modi ladroneschi che ricordano quelli spagnoleggianti degli invasori, riprende fiato, Francisco interviene e precisa. La Casa è della chiesa cattolica. E stata fatta dieci anni prima che nascesse l’Istituto statale! La Casa non ha mai ricevuto alcun supporto materiale da tale Istituzione. La console capisce al volo e chiede di visitare la Casa. Durante il giro esprime ammirazione per l’igiene e la pulizia, stupore e consenso per i numeri che statisticamente vengono illustrati, sottolineando la consistenza dell’apporto ai migranti. Si assistono oltre seimila migranti e deportati all’anno. 
Al passaggio in cucina chiede il menù odierno e chi sia il cuoco. E’ qui che si è potuto sconfessare il falso atteggiamento dell’istituto migratorio. E’ stato facile per noi sostenere che la Casa è sostenuta dall’apporto solidale di famiglie, parrocchie, singoli donatori che cucinano e portano da mangiare. Portano scarpe, vestiti e tutto quello che può servire. La visita continua e si arriva davanti alle lavatrici industriali dove si puliscono lenzuola, asciugamani, etc. Qui l’ennesima buccia di banana del fanfarone nazionale che dice alla console. “Vede questa macchina, ci è costata tantissimi pesos per comprarla”. Francisco sta per esplodere e con un tirato sorriso dice chi l’ha donata. Fa il nome della persona che è morta poco tempo fa e che apparteneva alla parrocchia di Dallas, lo sforzo economico fatto da lui e dalla comunità che è equivalso a 7000 dollari di dieci anni fa! Così duramente smascherato il buffone dice che si, forse ricorda male le cose. Si va a visitare i dormitori, si cammina e si allenta la tensione. Il capataz viene via via scalato dagli altri commedianti e balza agli ultimi posti della processione che è divenuta per loro funeraria. Finita la visita si arriva ai saluti. Al mio “arrivederci”, la Console mi chiede di dove sono, è felice di poter salutare un italiano in questa casa, e che se ci siamo incontrati è grazie all’opera di Scalabrini. Infatti senza la sua intuizione questa casa non esisterebbe e noi non ci saremmo mai conosciuti. Mi ringrazia per l’apporto che do e che sono l’esempio delle persone di buona volontà che con il cuore generoso affrontano tanti sacrifici. Mi dice che ama Roma, e penso che se la sentisse mia moglie l’abbraccerebbe davanti a tutti, e mi vuole stringere ancora una volta la mano. A questo punto i giornalisti, che hanno seguito la visita, le chiedono una intervista e lei risponde che lo vuol fare qui, vicino a me. Chiaramente la ringrazio e mi scanso. Figuratevi se voglio apparire in tv accanto ad una autorità anche se questa si è mostrata sensibile e gentile. Se ne vanno. Adios.

Andrea Cantaluppi 
Coda finale: ma il rappresentante dell’Impero Centrale? Non doveva venire anche lui? 
Non ha fatto sapere niente. Per noi e per gli ospiti della Casa, che sia venuto o no non cambia nulla. 
Ma lo sgarbo con la collega? E’ pur vero che lei rappresenta una colonia cultural-commerciale, ma un po’ di educazione non guasterebbe. 
Per quanto mi riguarda, se fosse venuto e se avesse accettato domande, sicuramente gli avrei chiesto il motivo della sua visita ad una casa che accoglie tutti i maltrattati dal suo paese. 
La sua era curiosità? Per che cosa? Informazione? Scambio diplomatico? 
E ponendo una domanda sul piano personale, gli avrei chiesto come si sarebbe sentito nel guardare in faccia i deportati dal suo paese e con che coraggio avrebbe guardato in faccia tutti coloro che sono vittime della fame imposta dalla loro economia di super sfruttamento coloniale; della tratta delle persone vittime di ogni sfruttamento possibile qui nel Messico, che nel suo paese. 
Logica di mercato, logica imperialistica, globalizzazione, dio dollaro, ecco il regalo che i messicani e i centro americani ricevono ogni giorno per scontare la pena di stare troppo vicini agli USA e lontani da Dio. Questo è l’assioma che rende l’idea. 
Lei che rappresenta i creatori del mito e del sogno americano, ha qualche cosa da dire o va tutto bene così? 
Ma non è venuto più e queste domande mi sono rimaste in gola.

Nuevo Laredo, 23-6-06.

Con una semana de anticipacion nos anuncian que nos visitaran conjuntamente la consul de Estados Unidos a Nuevo Laredo y la consul mexicana a Laredo, Texas, que seran acompanados por parte de los representantes del Istituto Tamaulipeco por la Migracion, en la Casa del Migrante. Asi de primer impacto me parece importante que un pedazo de la diplomacia de los dos paises fronterizos vengan a darse cuenta de lo que esta pasando, de la manera en la cual se acojen los migrantes y los deportados que una vez expulsados vienen repatriados. Mas alla de lo que representan, el resultado podrà ser mas o menos importante por la situacion migratoria en esta frontera siempre mas complicada dependiendo de sus senisbilidades. 
A las 12 puntual llega la consul mexicana. Es una mujer mas de 50, flaca, con una chaqueta verde y falda negra. Nos saluda apretando con vigor nuestras manos. Como acaba de entrar, mira a su alrededor y pregunta a su secretario: hemos llegado primeros?. Como entiende de ser la primera se acerca a Francisco y inicia a preguntar sobre la casa. Segura, no espera nadie y empieza la visita. Francisco es bien feliz de contar el trayecto de la casa desde el inicio cuando la congregacion decidio construir aca una nueva mision para los migrantes y actualizar su carisma hace 10 anos. 
Nos da a entender como aprecia el trabajo a nivel internacional de los Scalabrinianos, que sabe bien como trabajan y que es una sorpresa saber que tambien esta es una casa Scalabriniana. Mientras la reunion sigue bajo un ventilador para hacernos respirar, llegan con mucho retraso unos diez personajes que parecen actores no protagonistas de una pelicula de los tiempos de Zorro. 
Todos con camisas blancas y bandera mexicana en el brazo con el nombre de la Institucion marcado en el bolsillo en el pecho. Sin disculparse del retraso se meten en el discurso entre Francisco y la Consul. El teatrin sigue adelante con declaraciones falsas por parte de su representante nacional. 1: la Casa fue construida por ellos 2: el Insituto invierte mucha plata por el mantenimiento, 3: son ellos a coordinar el trabajo de las Casas del migrante a lo largo de la frontera. 
Francisco inicia a ser preocupado y se pone serio, se pregunta quien es ese personaje y como se permite en su presencia, siendo el, la memoria historica de la casa, de mentir en esta manera. Mientras este tipo que parece uno de los invasores al tiempo de los espanoles, toma aire, Francisco interviene y declara: la Casa es de la Iglesia Catolica. Fue construida 10 anos antes que nacio el Instituto Statal! La Casa nunca ha recibido una ayuda material por parte de esta Institucion. La Consul entiende y pide de poder visitar la Casa. Durante la gira expresa toda su admiracion por la higiene y la limpieza, se queda maravillada por los numeros muy altos de las personas que vienen atendidas. Se asisten mas de seis mil migrantes y deportados cada ano. 
Pasando por la cocina pregunta el Menu del dia y quiere saber quien es el cocinero. Aca se pudo revelar a todos la actitud del Instituto Migratorio. Ha sido facil para nosotros sostener que la casa se mantiene gracias al aporte de familias, parroquias, personas que cocinan, llevan comida, zapatos y ropa y todo lo que se necesita. La visita sigue y llegamos adelante a las lavadoras industriales donde se limpian las sabanas, las toallas etc. es aca que el personaje sigue con su triste teatrin diciendo a la Consul: “esta maquina nos costo muchos pesos para comprarla” Francisco esta por explotar y con una sonrisa no muy sincera a decir la verdad, cuenta quien fue a donarla. Nombra un persona que murio hace poco tiempo que pertenecia a la parroquia de Dallas y el esfuerzo economico le costo a el y a su comunidad mas o menos 7 mil dollares hace casi diez anos. El personaje dandose cuenta que el juego le esta yendo mal dice que si, tal vez se esta confundiendo. La visita sigue y se pasa las habitaciones asi que caminando se tranquiliza la situacion y despacito el personaje se mete a un lado intentando desaparecer atras de sus companeros que parecen ir a un funeral. Al momento de despedirse mi “Arrivederci” hace que la Consul se acerque y me pregunte de donde soy, es feliz de poder saludar un italiano en esta casa, y que si nos hemos encontrado es gracias a la obra de Scalabrini. Sin la Intuicion del obispo de Piacenza esta casa no existiria y nosotros no hubieramos logrado conocernos. Me felicita por el aporte que doy y el ejemplo de las personas de buena voluntad que con un gran corazon enfrentan muchos sacrificios .Me cuenta tambien que ama Roma, y pienso que si la sintiera mi esposa la abrazaria adelante de todos, y me quieres apretar la mano una vez mas. Los periodistas que han seguido la visita le piden una entrevista y ella responde que quiere hacerla aqui, conmigo cerca. Claramente la agradezco y me pongo a un lado. Imaginanse si quiero aparecer en la television al lado del autoridad aunque esta se demostro sensible y gentil. Se van,Adios

Andrea Cantaluppi

Apuntes finales: y el representante del imperio central? No tenia que estar el tambien al encuentro? 
No avisò. Para nosotros y para los huespedes de la Casa, que haya venido o no no cambia nada. 
Pero la mala educacion la colega? Es verdad que representa una colonia cultural –comercial pero la buena educacion no suena mal. 
Por mi parte, si hubiera llegado y hubiera aceptado algunas preguntas, seguramente le habria preguntado el porque de una visita a una casa que acoje los que son maltratados en su pais. 
La suya era curiosidad? para que? informacion? diplomacia? 
Y si podia hacerle una pregunta personal, le hubiese preguntado como se hubiera sentido a mirar en los ojos los deportados desde su pais y con que coraje hubiera mirado en la cara todos los hambrientos causados por su economia de explotacion colonial; de la trata de personas victimas de cada explotacion posible aca en el Mexico y en su pais. 
Logica de negocios, logica imperialistica, globalizacion, dios dollar, este es el regalo que cada dia los mexicanos y los centro americanos reciben por descontar la pena de estar demasiado cerca a los Estados Unidos y lejos de Dios. Este es el asioma que da un poco la idea. 
Usted que representa el los fabricantes del mito y sueno americano, tiene algo que decir o esta todo bien? 
Al final no vino asi que mis preguntas se quedaron en mi garganta.

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