Quaquaraquà, di Andrea Quadrani

La morte di Angelo Lanzaro, senzatetto di Avellino, ha rotto l'incantesimo delle vite al caldo, di quanti si ricordano che esistono anime così, solo quando muoiono; quando sono vive a nessuno gli frega; poi si riempono la bocca o meglio riempono fb e non solo, di parole parole contro chi non l'ha aiutato o contro chi non ha fatto niente per lui. E loro dove erano quando accadeva. I cittadini di Avellino 'che sapevano' non potevano ospitarlo a casa loro? Non potevano dargli un pasto caldo? Era cinque, CINQUE anni che viveva in quel modo ed è morto in quel modo senza che a nessuno fregasse un bel niente. Tutti 'sapevano'. In questo verbo è nascosto il quaquaraquà della gente che sparla, ma non parla; che chiede l'aiuto, ma non lo da; che inveisce ma non muove un dito. Altri 'senzatetto' sono morti nelle ultime 48 ore, non solo Angelo, che probabile dov'è, sta tirando tutti i malefici possibili ai sepolcri imbiancati e parlanti di queste ore. Nella città in cui vivo, Padova, ci sono quattromila, QUATTROMILA, anime che vivono in povertà assoluta e alcune decine di senzatetto, o barboni, o clochard (che fa figo); chissà che la gente aspetti la morte di qualcuno di loro, apposta per fare un bel post su fb, che li faccia godere con molti mi piace ricevuti, e plachi l'anima torbida che si ritrovano.

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