Le Classifiche, di Andrea Quadrani

Credo in molte classifiche; mi piacciono e spesso ne elaboro o conteggio alcune, così per passatempo, come i solitari o i giochi su internet. L’unica classifica che aborro nel modo più completo, è quella dei problemi personali: la classifica dei dolori. Quando ascolto o leggo di anime che confrontano i loro problemi con quelli degli altri, peggiori o migliori che siano, mi arrabbio nel silenzio con loro e a voce con me stesso. Ogni anima che solca le strade di questo mondo ha problemi; non è una gran scoperta; non è neanche però un pensiero da sottovalutare. Ogni anima è importante se fine a se stessa; solo così è anima viva. Capita però molto spesso ed è di uso popolare questo pensiero, che se si han problemi ‘minimi’, l’opinione comune e la gente in generale spingono nel sottovalutarli:
sono scemenze in confronto a… 
pensa a chi sta peggio… 
io ho solo un mal di testa, lui è senza una gamba... 
Volete prendervi la responsabilità di vivere davvero le vostre vite! Di essere davvero donne e uomini reali! Non fantocci in mano ad altri? 
Io ho una influenza. Bene è un problema per me da risolvere. Non si può confrontare con null’altro. Non posso pensare a chi sta peggio e così sottovalutare la mia vita, solo perché agli occhi della gente deve essere così. 
Col cavolo! (Cavolo non era la parola che volevo scrivere!). 
Conosco la storia di due cari amici, che per molto tempo si sono sorretti in un modo che per i più, potrebbe risultare strano. Lei con un tumore bastardo e assillante, sempre in bilico tra il qua e l’aldilà; lui con una depressione feroce, con vari tentativi di suicidio. Eppure nessuno dei due ha mai proferito: 
- Pensa a me. 
Che limpidezza di vedute! 
Che amore verso se stessi! 
Che gioia, sì gioia, in questo caso vera e vivente. 
Non esistono scemenze. Non esiste chi sta peggio. Ognuno a se libero per se. 
Per aiutare meglio la propria anima e con la libertà così conquistata, a caro prezzo ma almeno vivendo davvero, aiutare in qualsiasi modo, chi sta male in maniera differente. 
I luoghi comuni, qualsiasi luogo comune sono la morte assoluta dell’essere viventi. 
Davvero.

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