La Figa, di Andrea Quadrani


È figa. Ne è conscia e non fa nulla per non farlo pesare, fuori casa. Dentro è come se cambiasse pelle, ma neanche tanto alla fine dei giochi: si trasforma e ciondolando per la casa, passa con velocità inusitata dal letto al divano alla tavola da pranzo al bagno al letto al divano; ciondola; si muove lenta nei movimenti, quasi studiasse tra se, le mosse e i modi che poi fuori eseguirà. Prove di figaggine. Anche adesso in casa l’osservo spesso, mentre fa e briga. Un tempo la guardavo di più, ma ne godeva troppo o troppo poco; figaggine bipolare. Non andava bene. Per me eh, che lei di scrupoli ne aveva ben pochi. Io la seguivo appena, ma gli altri abitanti la casa strapompavano il suo IO, guardandola, parlandole, facendole complimenti di continuo; aiutandola quando le serviva qualcosa. Una principessa; una principessa figa. Poi, fuori, l’evoluzione della specie. Dopo essersi preparata alla grande, aiutata dagli altri, miseri loro, camminava altezzosa facendo girare teste e sguardi, di maschi e di femmine anche, situazione quest’ultima che la faceva godere non poco; tanto che a volte pareva preferire il suo stesso sesso; forse è solo una impressione mia, boh. Certo che negli ultimi tempi, per me è una fatica sopportarla quando fa così; mi agito e sbuffo e cerco di farglielo notare con sguardi, ammiccamenti, frecciatine; niente, nulla, nada; resta così. È fastidiosa, la figa.  
Se fuori, si incontra una femmina, cammina eretta con la testa leggermente in su, muovendosi in maniera sinuosa e mostrando il suo bagaglio di corpo e ‘mise’, in modo che l’altra o le altre, vedano bene quanto lei sia figa, mentre loro proprio per niente. E questo farlo notare in questo modo, con questo messaggio, invece di renderla invisa, si fa desiderare e guardare ancora di più.  
Quando si imbatte invece in maschi, soprattutto nuovi, come non lo facesse con tutti quanto la odio, inizia l’approccio facendo la vezzosa, tirandosela, senza manco guardarli e, più loro danno segni di piacere, più lei fa così, fino a non badarli; così infinite volte, quando li reincontra. Poi ad un certo momento, quando pare non ci sia più niente da fare, e, si avverte, stanno per perdere la speranza, ecco che lei tira fuori tutto il suo charme, e li approccia. Sono cotti. Tutti. Con questo sistema nessuno riesce a vincerla; solo lei, la figa.  
Io giuro a volte perdo proprio la pazienza, anche se non dovrei, lo so, a me che me ne cala? Però son fatto così. Forse è invidia, forse non capisco che E’ così e non può essere diversa; forse è l’istinto che la rende così, comunque, in quei momenti, figa o non figa, tiro il guinzaglio un po’ di più e porto la quadrupeda, veloce, verso casa, alla sua cuccia.

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