La casa dei teneri amanti - di Andrea Quadrani


Una donna con solo le mutandine addosso cammina avanti indietro nel largo soggiorno.
Un uomo in ciabatte e accappatoio, balla sculettando nella cucina mentre sistema i resti della colazione. 
Un cane nero con l’anima bianca gira intorno a un ricordo di pallone da calcio colorato. 
È sabato ed entrambi gli umani, oggi non lavoreranno. Cioè non faranno il lavoro che gli dà da vivere. Ne faranno altri, di altro tipo, diversi.
La donna apre le finestre sulla strada; il calore di mezza estate entra lentamente nella casa, con timidezza. Invade l’abitazione insinuandosi in tutte le stanze, in tutti gli angoli. La donna ha uno strano brivido, poi inizia gradualmente a scaldarsi; la doccia fatta appena svegliata l’aveva eccitata e resa pronta alla giornata, come sempre. Lei era fatta così, sempre pronta; sull’eccitata non sempre lo era, anzi quasi mai.
L’uomo esce dalla cucina e si dirige verso il giardino del fumo. Mille sigarette spente in qualche posacenere lo definiscono ormai così. 
La donna e il cane lo raggiungono quasi subito. Nonostante la casa sia in centro città, c’è un silenzio irreale. 
Rotto solo dai dialoghi di qualche volatile passeggero. Ecco che la natura sorveglia le opere umane. Sorveglia e commenta. Chissà cosa dicono. La curiosità c’è, ma come tutte le domande irrisolte, o è meglio scoprirle pian piano, oppure non saperle proprio. 
L’uomo accende una sigaretta, la donna pure, il cane li guarda e come colto da una improvvisa decisione salutista, rientra in casa dirigendosi verso il suo giaciglio. Ci gira tre volte d’attorno come per prenderne le misure e poi vi si spaparanza sopra. 
La donna e l’uomo restano così soli e in silenzio. Vogliono condividere questo momento di silenzio anche mentale. Una sorta di preghiera trasportata dal fumo delle due sigarette. 
L’uomo e la donna sono in due, ma in quel momento iniziano ad essere uno. La donna è seduta su un divanetto da giardino, pieno di cuscini morbidi e colorati. L’uomo su una poltroncina. L’uomo si alza e si siede a fianco della donna che, subito, si appoggia su di lui. Il calore dei due corpi si fonde in un baleno; l’altro calore, quello meteorologico, ne è quasi geloso e guarda la scena ritraendosi un poco. 
Poi si ricompone e ritorna a essere Natura abbracciandoli.
L’uomo si apre l’accappatoio. La sua nudità completa affascina la donna. Il sesso di lui si smuove e gradualmente si erge. Lei con delicatezza lo prende e lo aiuta nell’iniziativa e nello stesso tempo le bocche si avvicinano. Il tango delle lingue inizia. Lei si toglie le mutandine in scioltezza e si appoggia a lui. Quattro mani sfiorano e accarezzano. Due lingue lambiscono. Due bocche suggono. I cuscini cadono a terra e i corpi uniti li seguono. Il sesso di lui entra in quello di lei come volesse cercare qualcosa e lei lo accoglie come se l’avesse già trovata quella cosa. L’amore vola alto portato dai loro gemiti. La loro pelle calda e ora leggermente sudata, li stuzzica sempre più.
Mentre seguitano ad amarsi, arriva trotterellando il cane nero. Si ferma e li osserva. 
Sente l’odore dell’amore. 
Con lentezza rientra in casa in retromarcia e si ferma lì, con solo la testa fuori. Guarda i movimenti dei teneri amanti e riflette di quanti amanti ci sono nelle mille case là intorno; quanti amati; quanta natura che si muove e sorveglia il tutto con semplicità, sapendo che l’amore scorre, vola, striscia e cammina ovunque.

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