C(litoride), di Andrea Quadrani
Intravedo
il virgulto dell’esistenza
tra labbra carnose
volte all’estasi
inumidisco più volte
la patria del gusto
e
con il pensiero
vago
tra ombre
luci
e
ricordi
profumati d’erbe
e
squame marine
ho un attimo
di esitazione
che
svanisce
nell’attimo
dell’incontro
e
per un istante
perdo il contatto
col reale
giungendo
all’archè
e
liberando il petto
da
pudiche ossessioni
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