La Rediviva, di Andrea Quadrani

Non fatevi fuorviare dal titolo del racconto; questa è una storia di sofferenza e di lotta di classe, è la storia di una bambina nata per piacersi e passata al piacere. Gli dettero il nome di Eva, che anticamente è stato sempre un nome legato alla tradizione, mentre ai giorni nostri alla seduzione; lei è nata nei giorni nostri e quindi la carriera era già logicamente intrapresa. Fin da ragazzina era propensa più delle altre  ai contatti fisici, anche maggiormente espliciti, tanto da suscitare scandalo anche alle persone più differenti per idee. Eva non si curava minimamente di loro, qualche idea le frullava in testa spesso e già probabilmente sapeva quale sarebbe stata la sua strada, la sua attività futura. Un bel giorno parlando con un amico più amico di altri ebbe improvvisamente un raptus e si impossessò del migliore amico dell’uomo, con tale velocità e voracità, che anche il bencapitato restò colpito. Lo fece svenire due volte; se lo incontrate per strada, e sono passati molti anni, ha ancora addosso i segni del trauma. Rotto il ghiaccio Eva incominciò, un po’ per piacere ed un po’ per denaro, a maneggiare amici e amichetti con incredibile maestria finché un bel giorno incontrò il suo maestro d’arte; un uomo colto e dotato che le insegnò i numerosi trucchi per appagare ometti e omette. Una carriera fulminante iniziò; servizi fotografici, film, interviste (con microfono un po’ distante perché ogni tanto equivocava), calendari e addirittura vinse dei premi per la tecnica e l’arte del suo lavoro. All’apice della sua carriera però accadde l’imprevisto, si innamorò di… un impotente; accadde anche perché tentò svariate volte di redimerlo e non riuscendoci mai, sposò la sua causa. Divenne quindi, solo per lui, infermiera e peggio ancora, per i suoi deliranti fans, madre dei figli adottati di lui. La carriera forse volgeva al termine, ma Eva riuscì in maniera insperata a far ergere il desiderio di lui e quindi a continuare a sfamare la sua famiglia ed i suoi bambini, con il frutto del suo lavoro diventando, incredibilmente, baby-sitter a pagamento.

Accudiva ai bambini, aspettava per ore i loro genitori senza fatica, organizzava feste per i più piccoli e si divertiva un mondo a farlo, e nel farlo, piano piano, diventava via via più bambina, non solo nei pensieri, ma anche nel fisico. Poi un giorno, dopo un periodo di intenso lavoro, scomparve. La cercarono ovunque ma non la trovarono mai. Il marito affranto si arrese in breve alla sua scomparsa. Dopo qualche tempo alla sua porta bussò qualcuno, lui aprì e si trovò davanti una piccola bambina affamata e felice che lo guardò e lo chiamò amore.

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