Sorpresa, di Andrea Quadrani
Le domande esistenziali, i dubbi, anche
le angosce sì, rivivevano continuamente nei miei pensieri. Passavo le ore
migliori della mia vita, come commessa in un negozio di fiori; mi son sempre
piaciuti i fiori, li ho sempre amati insieme alle piante; quei colori, quei
profumi, una meraviglia e sorpresa continue. Lavorare per loro con loro
all’inizio è stato molto piacevole, poi però col tempo il piacere si è
affievolito e man mano è arrivata l’apatia. La colpa? Colpa della gente che
veniva ad acquistare le piante. Gente indegna di avvicinarsi alla perfezione.
Gente che prendeva i fiori solo come mezzo per qualcosa, non come scopo per
rendere la vita di qualcuno più lieve e felice. Solo ringraziamenti, saluti e
morti. I commenti poi nel prenderli erano dei più biechi, vili e assurdi. Le
ore migliori della mia vita, passate là in quel bozzolo ogni giorno sempre più
stretto, sempre più cupo. A casa poi non era meglio; pensavo in continuazione a
quelle ore e a quelle persone che, impunemente ormai, riempivano e avvelenavano
la mia vita. Perché continuare così, perché continuare a morire lentamente? Non
potevo più essere me stessa. Mi stavo perdendo. Poi un giorno, lo ricordo come
fosse oggi anche se sono passati tre anni, una giornata grigia come spesso sono
qua all’inizio di novembre, è squarciata da un sole immenso dal colore mogano e
dall’abito con striature oro e nero; due pozzi senza fine dal colore bruno
scuro sono rivolti verso di me e mi fissano; mi sento strana, ho un leggero
formicolio alla mano destra che mi prende spesso ultimamente, quando vedo in tv
una scena d’amore o intima; non riesco a reagire e balbetto e in più,
accidenti!, arrossisco; il sole immenso mi viene incontro e con una melodia
dolce dolce mi chiede, in un italiano così così, notizie di un fiore, l’iris,
il mio preferito. Mi sciolgo e ritrovandomi gli spiego del fiore, della sua
storia e gliene faccio vedere qualcuno e lo incarto e aspetto qualcosa,
qualcosa in più e guardo il sole che esce e girandosi chiede se conosco qualche
posto là d'attorno per bere qualcosa e gli rispondo, sì sì adesso vengo anch’io
un po’ d’aria mi farà bene e esco con lui. Un sole e un’anima persa nelle
strade del mondo.
Adesso sono qui e ripensando a quei
momenti e a quelle lacrime, penso che ho fatto proprio bene ad andarmene e
trovare una nuova vita dall’altra parte del mondo con il mio Sole Maori.
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