Pensieri di Maggio, di Andrea Quadrani
Vi regalo qualche
pensiero. Oggi va così. Sono appollaiato sul balcone a guardare il cielo
intorno a me. La vista è ampia perché il balcone esce dall’appartamento in
alto, al quinto piano di un palazzo fortunato. Infatti, davanti ai mattoni,
alla calce, al ferro, al cemento, al vetro e a tanti altri materiali
organizzati dalla fervida fantasia di avanzati architetti, e messi in opera da
valenti operai, il cielo e la terra si congiungono in un giardino meraviglioso.
Anche dal quinto piano in giù, si godono infinite sfumature di verde. E come
voler essere parte di un tutto, i molti balconi, espongono altrettante
sfumature di verde e colori. Un gioco naturale. Mi sento parte anch’io di
questo tutto, appollaiato qua in attesa. Giorno e notte in attesa. Essere parte
di un tutto ed essere in attesa implica sforzi incredibili. Di crescita. Di
comprensione. Di vista. Sono in attesa di cosa vi chiederete. Eh, semplice
domanda. Difficile e facile risposta insieme. Sono in attesa di crescere. Di
crescere e procreare. Procreare
luminosità e freschezza. Crescere come conseguenza a esse. Sento il
bisogno di semplificarmi la vita. Per esempio non mi lamento mai del tempo
meteorologico, perché quelli come noi, sono abituati a prendere ciò che viene,
in semplicità. Abbiamo bisogno di acqua, di sole, di neve, di nebbia. Con
questi elementi cresciamo e viviamo. Accade però che a volte, il vento o i miei
amici volatili, mi portino le lamentazioni di quegli esseri che vedo passare
qua sotto e di altri in giro per il mondo. Ascoltando i racconti, penso che
debba essere un mondo terribile il loro. Si lamentano continuamente di tutto e
tutti. E per me, quelli che si lamentano del tempo, sono gli stessi che si
fanno condizionare da quello che pensano e dicono gli altri. E quindi vivono,
anzi non vivono. Quando basterebbe prendere un ombrello, coprirsi un po’ e via,
camminare per le strade del mondo. Invece no. Mi raccontano di visi ingrugniti
e di pensieri scuri. Non vedono il sole dentro di loro. Questo servirebbe per
vivere. Non tutti vivono così però. Una piccola fortunata minoranza vive la
natura e il cielo, in maniera spontanea e felice. Noi che siamo fuori da tutto
questo, sorridiamo e aspettiamo che si compia in noi quella meraviglia che è
pronta là per tutti. Pronta per essere riscoperta da tutti gli esseri viventi.
Almeno da quelli liberi.
Pensieri volanti di un
pesco a Maggio.
Commenti
Posta un commento